Digitalizzazione e digital disruption in Italia: a che punto siamo e chi preferisce cosa? A cercare di tracciare un quadro in tal senso è un'indagine di Toluna, che nel nostro Paese ha intervistato 500 persone tra i 18 e i 55 anni sondandone opinioni, utilizzo e interessi nei confronti delle aziende cosiddette ‘digital disruptor’ e delle loro attività di marketing.
I risultati della ricerca hanno premiato come modelli di business più innovativi lo Smart Payment (come PayPal o Pay Google) con il 71%, lo Streaming (Netflix o Spotify) con il 68%, il mondo eCommerce (Amazon o ePrice) con il 66% ed infine il trasporto alternativo (Uber o CarGo) che ha ottenuto il 65% dei consensi da parte degli intervistati.
Le versioni 2.0 dei servizi “vecchio stile” più apprezzate sono invece la stampa della foto (Vistaprint o Photobox) con il 58%, i servizi al cittadino (AgID) con il 55% e i servizi per la salute (farmacia.it o efarma.it) con il 54%.
Quella in atto è percepita come una trasformazione digitale a 360 gradi che sta semplificando positivamente la vita dei consumatori secondo il 51% degli intervistati tra i 39-55 anni (Generazione X) e il 46% dei giovani tra i 18-38 anni (Generazione Y), ma creando al tempo stesso anche molte aspettative soprattutto nella Generazione X, che si rivela anche quella più “attiva”. Gli intervistati tra i 39-55 anni dichiarano infatti una digitalizzazione della propria esperienza in diversi ambiti dallo streaming ai servizi per il cittadino fino a quelli per la salute, mentre i più giovani privilegiano lo streaming e i Baby Boomers (40-72 anni) i servizi dedicati al cittadino.
Aspettative che, oltre in una semplificazione del day to day, si traducono anche in facilità di utilizzo e time saving per le generazioni X e Y. Il podio cambia però per i Baby Boomers che mettono al primo posto la facilità di utilizzo (60%), seguito dal benessere per la persona (59%) e valori economicamente accessibili (57%).
Considerando, invece, l’approccio vincente dei brand verso i consumatori, gli intervistati dichiarano di apprezzare maggiormente le aziende interessate alla loro opinione (26%), quelle che conoscono bene i loro bisogni (24%) e che hanno la capacità di metterli al centro (21%).