Era la fine del 2007 quando entrò in vigore il decreto ministeriale che sanciva il principio del “chi inquina paga” per il mondo dei Raee. In quello stesso periodo iniziò l'attività di Ecolight, che si fece interprete delle novità normative consorziando sempre più imprese - ad oggi sono più di 1.700 - e coinvolgendole nel corretto processo di raccolta e trattamento dei rifiuti elettronici.
Nell'arco di dieci anni il consorzio ha gestito circa 200mila tonnellate di Raee, servendo ogni anno oltre 2.500 punti di vendita. L’azione di Ecolight si è concentrata soprattutto sui piccoli elettrodomestici, sull’elettronica di consumo e sulle sorgenti luminose: ben 150mila tonnellate di rifiuti raccolti dal consorzio sono stati rappresentati da frullatori, ferri da stiro, cellulari, smartphone, lampadine fluorescenti e a risparmio energetico non più funzionanti, nonché trapani e avviatori, caricabatterie e telecomandi.
Oggi il mondo Raee necessita di un impulso ulteriore per raggiungere gli obiettivi europei. Il 45% di raccolta, calcolato sulla media di quanto immesso sul mercato nei tre anni precedenti, è ancora da raggiungere. Punti nodali saranno un sempre maggior coinvolgimento dei cittadini nella differenziazione dei loro rifiuti elettronici, ma soprattutto il cosiddetto “open scope” che è atteso nell’agosto del prossimo anno e che allargherà anche ad altri prodotti il campo di applicazione della normativa Raee.