L'inflazione degli ultimi mesi spaventa anche i giovani ed è, per i Millennial e GenZ di tutto il mondo, la preoccupazione numero uno del 2022. Lo rivela l’ultima edizione della 'Deloitte Global GenZ and Millennial Survey', indagine condotta su un campione di oltre 22.000a persone in 44 Paesi del mondo e su più di 800 giovani in Italia.
"Dalla Survey emerge con chiarezza che Millennial e GenZ hanno subito duramente l’impatto dell’inflazione scatenata da pandemia e guerra -commenta Fabio Pompei, ceo di Deloitte Italia-. Anche sul fronte del lavoro si consolidano trend molto significativi. Flessibilità, salute mentale, attenzione all’impatto ambientale e sociale sono sempre più importanti per GenZ e Millennial alla ricerca di un lavoro".
Costo della vita, cambiamento climatico e disoccupazione: sono questi i grandi temi che oggi preoccupano la GenZ e i Millennial nel nostro Paese. In particolare, il costo della vita è la preoccupazione numero uno per quasi la metà dei Millennial (46%) e per il 38% della GenZ. Valori molto elevati che confermano il trend di un’inflazione a livelli record in tutto il mondo: anche per il 42% della media globale dei Millennial e per il 35% della GenZ il caro vita è la prima preoccupazione. In seconda posizione c'è la questione climatica, che dovrebbe essere la priorità da affrontare secondo il 37% dei Millennial italiani e il 34% della GenZ. Significative anche le percentuali di chi teme la disoccupazione: si tratta del 29% della GenZ e il 26% dei Millennial italiani. Gli intervistati mettono sul piatto anche questioni come: scarsità delle risorse, disuguaglianza e discriminazione, stagnazione della crescita economica, disuguaglianze sociali in aumento.
In linea con la media globale, il 50% della GenZ e il 47% dei Millennial vive di stipendio in stipendio e teme di non riuscire ad arrivare a fine mese. In particolare, i GenZ e Millennial italiani mostrano elevati livelli di preoccupazione per l'impatto che la stagnazione economica sta avendo su di loro, incidendo sulla possibilità di creare una famiglia e di acquistare una casa. Se l’economia non migliorerà nel prossimo anno, quindi, il 71% dei Millennial e il 63% della GenZ nel nostro Paese pensa che sarà molto difficile o impossibile metter su famiglia (contro il 47% e il 50% della media globale). Significativamente più elevati della media globale anche i timori sulla casa: il 71% della GenZ e il 73% dei Millennial pensa che sarà impossibile comprarne una nel prossimo anno se lo scenario economico non migliora. Per fare fronte alla instabilità economica, il 37% della GenZ e il 23% dei Millennial in Italia ha almeno un secondo lavoro con cui cerca di integrare la prima fonte di reddito.
In linea con i risultati globali, gli amici e la famiglia sono ciò che dà più “senso di identità” alla GenZ e ai Millennial italiani. Per il 68% della GenZ e il 71% dei Millennial questi due fattori sono più importanti della carriera, che, comunque, rimane un fondamentale elemento di identità per il 49% della GenZ e per il 62% dei Millennial. In questo senso, la maggioranza di GenZ (80%) e Millennial (79%) lascerebbe il proprio lavoro se costretta a tornare in ufficio a tempo pieno.
Interrogati sulla modalità lavorativa ideale, la soluzione più desiderata è la piena flessibilità, ovvero la possibilità di stabilire in autonomia se lavorare da casa o da remoto. A fronte di questo desiderio, tra gli intervistati oggi il 12% dei Millennial e il 13% della GenZ lavora completamente da remoto, il 19% dei Millennial e 21% della GenZ ha piena libertà di decidere dove lavorare, il 18% dei Millennial e il 23% della GenZ lavora sia da remoto sia in ufficio secondo regole fissate dal datore di lavoro, il 10% dei Millennial e il 12 della GenZ è tornato in ufficio anche se potrebbe svolgere la propria mansione da remoto, il 41% dei Millennial e il 30% della GenZ svolge un lavoro che richiede la presenza fisica.
I GenZ e i Millennial italiani danno grande valore al tempo extra-lavorativo e hanno meno “problemi di disconnessione” rispetto ad altre generazioni. Più di un terzo controlla raramente o non controlla mai le email al di fuori dell'orario di lavoro. Al desiderio di disconnessione dei giovani si accompagna la attenzione sempre più forte verso il tema della salute mentale: in Italia la GenZ risulta meno stressata e in ansia della media globale (44% ita vs 46% global), mentre i Millennial si dichiarano più ansiosi rispetto ai dati medi internazionali (42% ita vs 39% global). A pesare sullo stato di salute mentale dei giovai italiani sono soprattutto le preoccupazioni sul proprio futuro economico e sul benessere della propria famiglia: ne sono preoccupati il 45% della GenZ e il 47% dei Millennial nel primo caso, il 38% della GenZ e 41% dei Millennial nel secondo. Per garantire un migliore work-life balance il 38% dei Millennial e 39% della GenZ vorrebbe la settimana lavorativa da 4 giorni mentre il 32% dei Millennial e il 28% della GenZ insiste sull’importanza di garantire la possibilità di lavorare da remoto. In generale, il 73% della GenZ e il 78% dei Millennial italiani dichiara che il tema della salute mentale è rilevante quando prende in considerazione un nuovo datore di lavoro.
Messa in secondo piano dall’inflazione, la preoccupazione per lo stato di salute del pianeta rimane comunque una delle principali fonti di ansia per le giovani generazioni. Un fenomeno che in Italia raggiunge livelli molto significativi: tra i GenZ italiani il 63% (contro il 60% della media globale) dichiara di essere stato preoccupato o in ansia per il clima nell’ultimo mese. Un livello analogo si registra tra i Millennial: il 64% degli italiani, contro il 57% della media globale, è preoccupato per il cambiamento climatico nell’ultimo mese. Per dare il proprio contributo alla sostenibilità ambientale, tra i ragazzi e le ragazze italiane i comportamenti più diffusi sono: evitare l’abbigliamento fast fashion (35% GenZ e 33% Millennial); verificare la sostenibilità dei prodotti acquistati (25% GenZ e 21% Millennial); fare in modo che la propria casa sia più sostenibile (29% GenZ e 26% Millennial); adottare una dieta vegana/vegetariana (17% GenZ e 19% Millennial).