Al Parlamento Europeo si è svolto il “Forum del Settore Agroalimentare” organizzato dal Gruppo di Iniziativa Italiana e Deloitte, con la partecipazione dell’On. Nicola Caputo (membro della Commissione AGRI), della Rappresentanza Permanente Italiana presso l’UE e dei vertici nazionali di Federalimentare e Coldiretti.
Durante l’incontro i partner Deloitte Paolo Gibello ed Eugenio Puddu hanno presentato in anteprima i principali contenuti della quarta pubblicazione di Deloitte - “Il settore agroalimentare: l’innovazione nei paradigmi” – dedicata allo studio del settore agroalimentare e delle sue eccellenze sul territorio. Di seguito le principali evidenze.
Aumenta nei consumatori la consapevolezza dell’importanza del cibo buono e di qualità, il desiderio di tracciabilità e conoscenza, la volontà di apprezzare prodotti unici e rispettosi dell’ambiente. Questi elementi, che partono da nuove consapevolezze nei consumatori, si ripercorrono anche in ambito produttivo e distributivo, dove l’innovazione sta sfidando e selezionando le aziende che ne sanno cogliere le potenzialità.
In un momento in cui il settore agroalimentare sta dando prova di forza e vitalità (nel 2016 ha rappresentato l’11,3% del Pil nazionale italiano, secondo solo al settore metalmeccanico), per le aziende è tempo di consolidare questo trend positivo grazie all’applicazione dei principi dell’innovazione sul prodotto e sul processo, ma anche a un livello più pervasivo sui valori propri che caratterizzano la loro realtà. In Italia fino a trenta anni fa l’80% delle aziende aveva un impianto tradizionale, mentre le restanti si dividevano tra tradizionale evoluto (surgelati, sughi pronti) e nuovi prodotti (ad alto contenuto salutistico). Oggi invece il 25% del fatturato è costituito da prodotti per i quali l’innovazione anche incrementale costituisce un fattore essenziale e incorpora valore aggiunto.
L’innovazione è quella che nel titolo di questa 4° pubblicazione Deloitte sul settore agroalimentare viene definita “l’innovazione nei paradigmi”: facendo propri questi paradigmi, le aziende sono in grado agire con una visione prospettica che garantisca loro la continua competitività sul mercato nel medio-lungo termine, l’operatività e l’eccellenza.
I paradigmi che lo studio Deloitte identifica come necessari per le aziende sono 3:
- Consapevolezza: il consumatore è attento, desidera essere informato e tende a selezionare con attenzione i prodotti e premia le aziende che sanno interpretare questi bisogni
- Sinergie tra operatori: è la riscoperta delle regole che da sempre governano il settore; la costruzione di rapporti collaborativi all’interno e all’esterno dell’azienda è premiante per costruire prospettive future
- Disponibilità dei prodotti: la scelta di un prodotto, anche in ambito agroalimentare, segue sempre di più componenti emozionali; le nuove possibilità di effettuare acquisti stanno modificando i tradizionali canali distributivi.
“L’innovazione deve fungere da acceleratore per le aziende - conclude Paolo Gibello, senior partner Deloitte, autore del libro e coordinatore del gruppo di lavoro dedicato al Consumer Products - anche e soprattutto per quelle di piccole e medie dimensioni che sono figlie di una tradizione artigiana del saper fare e della qualità, e infatti in Italia fino a trenta anni fa l’80% delle aziende aveva un impianto tradizionale… Senza la garanzia che queste aziende riescano a mantenere il passo rischiamo di rimanere intrappolati in una dimensione che può rappresentare un blocco alle opportunità che l’innovazione, se guidata, può invece offrire.”