Una storia al femminile di successo nel campo della ristorazione quella di Daniela Soto-Innes, socia di un ristorante messicano (il Cosme) a Manhattan, di cui è la "chef of cuisine" che in italiano suona meno pomposamente capo chef o responsabile di tutti i cuochi di un ristorante. È un ruolo non da poco che unisce le competenze strettamente professionali e settoriali a una buona esperienza manageriale: in un ristorante lo chef of cuisine è il numero due dopo il proprietario. Perciò è difficile che si assurga a tale ruolo prima dei 30 anni.
Trasferitasi in Usa a 12 anni con l’intenzione di seguire i suoi sogni in campo sportivo (nel nuoto in particolare), finisce per gravitare nell’ambito culinario, forse in risposta a un richiamo matrilineare che veniva da ben tre generazioni di food-lovers. Così a 15 anni ottiene il primo posto di lavoro in un ristorante, a Houston, Texas. L’addestramento professionale avviene al Cordon Bleu di Austin, al termine del quale Daniela raggiunge la squadra del Brennan’s a Houston. Ritornata nella madrepatria, in Messico, la giovane chef fa uno stage a Pujol prima di entrare nello staff del Nicos, di Gerardo Vazquez Lugo, famoso ristorante di tradizionalissima cucina mex. Rientrata a Pujol, lavora a tempo pieno per Enrique Olvera. E qui avviene la svolta. Perché Olvera, quando apre il Cosme a New York nel 2014, chiama Daniela (che aveva già lavorato con lui) come chef de cuisine.
A un anno dall’apertura del Cosme, piovono i primi riconoscimenti per Daniela, fra i quali lo StarChef Rising Stars Award nel 2015 e, l’anno seguente, il James Beard Award for Rising Stars Chef. Nel 2017 il Cosme ha debuttato nella graduatoria dei 50 migliori ristoranti del mondo, piazzandosi al 40° posto. Nello stesso anno, Daniela Soto-Innes collabora, sempre con Olvera, al lancio di un nuovo concept sempre a New York, chiamato Atla, basato su un menu messicano ma leggero, innovativo e al passo con i nuovi trend alimentari, e soprattutto in un ambiente più informale e rilassato. Il duo Innes-Soto e Olvera sono dunque partner nei locali di New York e nei prossimi in apertura a Los Angeles (il Damian e il Ditroit).
Daniela Soto-Innes non è la prima famosa chef donna: è una delle più giovani in una serie che comprende Ana Roš (2017), Dominique Crenn (2016), Hélène DArroze (2015), Helena Rizzo (2014), Nadia Santini (2013), Elena Arzak (2012) e Anne-Sophie Pic (2011) fino a Clare Smyth (2018).
Il World’s 50 Best Restaurants, istituito nel 2002, è un riconoscimento di prestigio mondiale basato su un panel di oltre 1.000 fra esperti di cucina e gourmet internazionali che formano una sorta di Accademia divisa in 26 aree di competenza ciascuna con un presidente e 40 membri. “Nessuno degli sponsor ufficiali del premio esercita la minima influenza sulla votazione”, così recita la formula del comunicato relativo la premio.
Il World's Best Female Chef, giunto al nono anno, ha premiato 21 donne di 15 paesi, ed è aggiudicato dal panel globale del World's 50 Best Restaurant che include 500 esperte di food che rappresentano nel complesso il 50% dei voti dell'Accademia.
Elit Vodka è lo sponsor dell’Award, mentre fra gli altri sponsor principali spiccano i nostri marchi Acqua Panna e San Pellegrino.