Nonostante problematiche usuali quali la formazione interna e la collaborazione pubblico-privato, le Strade e le Città del Vino esprimono ottimismo: per oltre il 90% di loro fatturato e arrivi del turismo enogastronomico 2016 sono superiori o stabili rispetto alle stime. Questo quanto rivela l'anteprima dei dati sul XIII Osservatorio del Turismo del Vino di Città del Vino/Università di Salerno presentata alla Bit di Milano.
Nel 2015 sono stati 14 milioni gli accessi e 2,5/3 miliardi di euro il volume d’affari. Numeri in crescita costante che lasciano comunque aperto un quadro di luci ed ombre.
Criticità. Più del 75% dei comuni sviluppa buoni rapporti con le Strade del Vino, ma quasi la metà non ha ancora un ufficio turistico istituzionale e quando c’è non si raccolgono i dati per monitorare arrivi e spesa enoturistica. Un evidente punto di debolezza che si aggiunge alla solita non buona collaborazione tra pubblico e privato, considerata insufficiente dalle Strade del Vino, che sono a diretto contatto con l’enoturista.
Neanche per le Strade è tutto rose e fiori. Trascurando la decennale penuria di risorse da investire, il 4% dei circuiti enoturistici non ha ancora un sito internet che ne supporti la promozione in un mondo digitalizzato e globalizzato. Se poi parliamo di applicazioni per telefoni cellulari appena il 24% delle Strade si è dotata di un'app.
"Molti aspetti sono positivi e si possono ancora migliorare, ma non dobbiamo nasconderci che anche i Comuni devono fare un sforzo maggiore per migliorare le relazioni con la filiera. Le buoni relazioni fanno bene all’economia e quindi ai servizi e alle tasse locali, che come evidenzia il nostro Osservatorio vengono spesso reinvestite proprio nel turismo del vino", sottolinea il presidente di Città del Vino, Floriano Zambon.