I dati rilasciati dall’'EY Italy AI Barometer danno un quadro incoraggiante circa la possibilità di cogliere le opportunità dell’Ai nel tessuto economico italiano. Una buona parte degli intervistati in Italia dalla ricerca EY, precisamente il 76%, ha dichiarato di avere un'esperienza diretta con questa tecnologia emergente. In particolare, molti di loro la utilizzano più frequentemente nella loro vita personale, con una percentuale del 43%, mentre un minore 12% la sfrutta principalmente nel contesto lavorativo. Un 20% dei partecipanti, invece, ha indicato di utilizzare l'intelligenza artificiale in entrambi i contesti, sia privato che professionale. È interessante notare come l'adozione di queste soluzioni stia diventando sempre più comune, indicando una crescente integrazione dell'intelligenza artificiale nel quotidiano e nel lavoro.
L'analisi mostra che l'Italia si trova in una posizione avanzata nell'adozione dell'intelligenza artificiale nei luoghi di lavoro, superando la media europea che si attesta al 19%. Circa un quarto degli intervistati, il 24%, ha dichiarato che l'AI sta già avendo un impatto sulle loro attività lavorative. Inoltre, il 46% prevede che nei prossimi tre anni l'influenza delle applicazioni di intelligenza artificiale nel settore aziendale aumenterà ulteriormente. Un altro dato interessante è che il 24% degli intervistati pensa che l'AI possa sostituire alcune funzioni lavorative su larga scala. Dall'altra parte, il 76% si aspetta che l'adozione crescente dell'intelligenza artificiale possa portare a una diminuzione del personale, man mano che diventa più integrata nei processi aziendali. A fronte di questi risultati le aziende potrebbero dover affrontare decisioni strategiche per integrare l'AI in modo efficace, bilanciando l'innovazione con le esigenze del personale.
Come tutte le nuove tecnologie introdotte in attività e processi, anche l’Ai richiede una formazione ad hoc. La ricerca ha evidenziato come che molti dipendenti, il 37%, ritengono che le loro aziende dovrebbero offrire più opportunità di formazione. Inoltre, il 32% dei partecipanti ha espresso la sensazione di non ricevere un sufficiente supporto in questo ambito. Solo il 16% si sente soddisfatto della formazione ricevuta sul posto di lavoro. È interessante notare che il 55% degli intervistati si dedica all'autoformazione, sia per motivi privati che professionali, con una preferenza per corsi dal vivo e workshop, oltre a corsi online.
Le nuove tecnologie, che stanno cambiando il panorama aziendale, non vengono percepite negativamente da molti: il 52% degli intervistati crede che la propria azienda abbia le competenze necessarie per implementare l'AI in modo efficace. Questo è particolarmente evidente nei settori energetico, dei servizi finanziari e dei media e telecomunicazioni. Tuttavia, il 67% di chi lavora nel settore pubblico sente di non avere abbastanza conoscenze.
Malgrado le sfide, i vantaggi dell'adozione dell'AI sono già visibili, specialmente in termini di risparmi economici. In Italia, il 58% dei manager ha dichiarato che l'uso dell'AI ha portato a una riduzione dei costi, a un incremento dei profitti, o a entrambi. Solo il 16% non ha riscontrato alcun risparmio. Inoltre, il 69% di chi ricopre ruoli manageriali ha notato un maggiore impatto rispetto al 49% di chi non ha un ruolo manageriale.
Attualmente, i rispondenti indicano che l'intelligenza artificiale è utilizzata principalmente nelle aree del marketing, della cybersecurity, della protezione dei dati e dell'assistenza ai dipendenti.
Secondo Giuseppe Santonato, AI Transformation Leader di EY Italia: “L’intelligenza artificiale si sta affermando come una delle principali priorità e l’Italia è tra i primi tre Paesi che l’hanno adottatata (77%), preceduta solo da Spagna (84%) e Svizzera (82%). Investire oggi nell’intelligenza artificiale permette alle aziende di posizionarsi come leader in un contesto di mercato in costante evoluzione e sempre più competitivo. Un’azienda su tre, infatti, si prepara a investire sulle sue potenzialità per il prossimo anno e i settori che prevediamo saranno al fronte di questo movimento includono i servizi finanziari, il settore immobiliare e il retail e consumer products”.