Lanciato da OpenAI il 2 novembre 2022, ChatGpt è un sistema sintattico e parzialmente semantico che genera contenuti di vario tipo a partire da domande di tipo testo. In sintesi, il sistema mette a disposizione quattro strumenti: una chat free, una chat a pagamento, delle Api software e dei plug-in commerciali (disponibili negli States).
Il 30 marzo 2023, il Garante della privacy italiano ha chiesto ad OpenAI di bloccare ChatGPT (non gli altri servizi) dell’organizzazione no-profit OpenAI. Per la precisione, il Garante della Privacy italiano ha “bloccato” ChatGpt in Italia, si dice. In realtà ha disposto, con effetto immediato, la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI. Le cose cambiano molto rapidamente, ma al momento l’Italia è l’unica nazione, sia nei confini geografici del Gdpr, sia al di fuori, ad aver intrapreso una simile azione, che ha scatenato il dibattito ad esempio negli USA.
Ma da dove vengono le risposte di ChatGpt? La sua base informativa proviene infatti dalla raccolta in Rete vari tipi di contenuto fino al novembre del 2021 e non oltre. I dati provengono dal Web libero ma anche da archivi meno liberi come GitHub (software), organizzandoli secondo una certa semantica ed abilitandoli da un’interfaccia conversazionale sintatticamente corretta. L’azione del Garante italiano, quindi, non è volta alla chiarezza su chi fornisca contenuti (uomo o software) o su chi sia l’originario titolare della proprietà intellettuale.
Il blocco in Italia di ChatGpt non è stato un pesce d'aprile
Il 1° aprile, alcuni clienti di ChatGpt hanno ricevuto una mail il cui incipit è “Dear ChatGpt customer, We regret to inform you that we have disabled ChatGpt for users in Italy at the request of the Italian Garante”.
Subito si è scatenato un infinito dibattito sulla moralità delle intelligenze artificiali, mentre il provvedimento riguarda la sola privacy. Meno clamore avevano suscitato le analoghe Ia grafiche, capaci di generare foto dettagliate ma irreali del bacio tra Merkel e Obama, dell’arresto di Donald Trump e di Papa Francesco in abiti di moda. Cosa sia cambiato dal 12 luglio 2022, data di lancio della open beta di Midjourney, o tra il 2 novembre 2022 al 30 marzo 2023 per ChatGpt, non è dato sapere.
Gpt si continua ad usare anche in presenza del blocco tramite Api o platform
Qualsiasi forma di aiuto alla produttività è di due tipi, artigianale ed industriale. La prima prevede l’uso a schema libero, appunto come chat; l’altro sfrutta queste potenzialità programmando direttamente un intero processo grazie all’uso diretto delle Api e del relativo pagamento a consumo. Entrambi i servizi possono essere usati anche in presenza del blocco, con qualche limitazione ad un costo piccolo o nullo. Ma questo, chi usa questi servizi (e quelli che li hanno preceduti) lo sa bene.
Ma la situazione fa notizia, come qualsiasi tecnologia che minacci l’unicità dell’uomo. La nuova situazione, infatti, non si presenta molto diversa da qualsiasi innovazione della Rete. L’avvento dei motori di ricerca ha reso disponibili semilavorati facilmente rielaborabili; la trascrizione automatica dei video l’ha estesa a dati non facilmente elaborabili; la traduzione automatica ha fatto altrettanto per le lingua; i social media lo hanno fatto per la comunicazione. Ad ogni ondata, qui e là nel mondo si levano voci e movimenti per tutelare il pregresso, limitandosi a creare qualche piccola istanza.
Sia chiaro che l’adeguamento delle intelligenze conversazionali alle richieste del Gdpr andava chiesta subito da tutta l’Europa a tutte le applicazioni che direttamente o indirettamente ne fanno uso.
Invece così non è andata. OpenAI ha in portafogli anche il text-to-graphics Dall-E e le Api di trascrizione Whisper. Il 5 dicembre il sito Stack Overflow, che offre domande e risposte con un meccanismo di gamificazione, ha temporaneamente sospeso l’accettazione di risposte generate con chatGpt. Dal 16 marzo, i servizi di OpenAI sono diventati Microsoft Copilot, integrati in Bing e più in generale nella suite Microsoft 365 e, al momento, funzionano anche dall'Italia.