Corteva Agriscience ha fatto la prima apparizione pubblica a Fico Eataly World, a Bologna: scelta tutt’altro che casuale, come il nome il cui significato rimanda a cuore e natura. Punta ad aumentare la produttività nel rispetto della sostenibilità ambientale, grazie alla fornitura di soluzioni tecnologiche innovative. “È una società che vuole essere unicamente operante in agricoltura -ha rimarcato l’ad per l’Italia Primo Bragalanti-. Corteva nasce come divisione agricoltura di DowDuPont, a sua volta fusione di due giganti. Ma ha l’ambizione di divenire indipendente e quotarsi in Borsa.
La piattaforma del business si sviluppa su tre ambiti: sementi, protezione delle colture e agricoltura digitale. Riunisce infatti DuPont Pioneer, DuPont Crop Protection e Dow AgroSciences. Il posizionamento è quello di voler essere un leader globale dell’innovazione. I numeri sono da corazzata. Corteva Agriscience vanta un fatturato di 14 miliardi di dollari (generato a metà tra sementi e protezione delle piante), presenza in 130 Paesi, più di 20mila dipendenti, più di 65 principi attivi brevettati e dieci colture seguite con le sementi. Il 50% fatturato matura nel Nord America, mentre in Europa si attesta al 20%. Corteva Italia significa 5 siti localizzati soprattutto nella Pianura Padana (Cremona, Parma, Bergamo), dove lavorano 650 persone, circa 140 referenze nella protezione colture e 430 per il prodotto seme, con il mais core business nel nostro Paese.
La chiave che Corteva ha individuato è l’investimento nella ricerca e sviluppo per ottenere varietà e ibridi sempre più redditizi e ad hoc per le varie esigenze delle filiere, agrofarmaci sempre più sicuri e soprattutto tecnologie per l’agricoltura digitale. È quest’ultima (immagini satellitari, droni, sensori in campo…) una delle leve maggiori per far fare il salto di qualità dell’agricoltura italiana, capace di tenere insieme le due gambe, produttività e rispetto dell’ambiente. L’acquisizione nel 2017 di Granular,società di software per l’agricoltura, sede nella Silicon Valley, va in questa direzione.
“Il focus per il futuro è sostenere l’intera filiera agroalimentare italiana -spiega Manuela Rancati sales manager seeds per Corteva Italia-. Si stima che il mercato dei droni e robot agricoli triplicherà, arrivando nel 2020 a dieci miliardi di dollari”.
Corteva è leader nelle sementi per filiera e non solo con prodotti per la zootecnia. Nell’alimentare è presente nel gluten free e alta digeribilità. È leader nel mais da granella e per la soia ad alto contenuto proteico e gusto neutro. “Stiamo lavorando molto nel girasole, nel segmento alto oleico, più salutare. E tra pochi anni entreremo anche nell’alto amilosio” ha ricordato Rancati. Non va poi dimenticato che la parola sostenibilità ha anche un risvolto economico. A livello internazionale, dagli Usa all’Europa, si moltiplicano i casi di fusione per sostenere la competitività. E il caso Corteva va in questa direzione.