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Più virtuosi. Così volenti o nolenti la crisi sta rendendo i consumatori, costretti a comportamenti più austeri e l'industria, che non è più in grado di guidare il cambiamento ma che è ormai costretta a farsi dettare l'agenda dal consumatore, coniuga sempre più l'innovazione con la sostenibilità.
L'incontro Barilla
Sono considerazioni che si possono trarre dalla giornata milanese nella quale Barilla ha presentato i risultati della sua azione "buono per te buono per il pianeta", che ha visto tra l'altro esperti di varie discipline discutere sulla sostenibilità come driver per lo sviluppo dell'industria alimentare. Di particolare rilievo l'intervento di Paolo Anselmi, vice presidente di Gfk Eurisko. Gli italiani, ha sottolineato ,sono convinti che anche quando usciremo da questa crisi non si potranno riprendere comportamenti analoghi a quelli precedenti e perdipiù una forte percentuale, attorno al 40%, situa la ripresa a dopo il 2016 e si prepara quindi a tirare ancor di più la cinghia. Il mutamento di stili di vita e di consumo non sarà quindi solo congiunturale (il 46% degli italiani secondo le ultime analisi Eurisko, ha ridotto già i suoi consumi) ma culturale. La congiuntura porta a comprare prodotti di qualità più bassa che presumibilmente prestano meno attenzione all'ambiente e al rispetto delle condizioni di lavoro chi li realizza, ma la sostenibilità è vista come una priorità da oltre il 70% degli italiani (almeno fin quando non impatta sul portafoglio) e rispetto al precrisi il tasso di attenzione è scesa solo di un paio di punti percentuali. Confortanti sono, secondo Anselmi, due fatti: il primo è che comportamenti di consumo virtuosi sono messi in pratica dai cluster di consumatori con più risorse; il secondo è che gli italiani più consapevoli dell'importanza di un corretto rapporto tra produzione e ambiente sono i giovani.
Anselmi ha identificato cinque tendenze di forte discontinuità con il passato:1) riduzione degli acquisti inutili con implicazioni soprattutto su abbigliamento ed elettronica; 2) riduzione degli sprechi, che coinvolge energia, acqua e alimentare; 3) gestione più responsabile degli oggetti con l'allungamento del loro ciclo di vita; 4) attenzione allo smaltimento dei rifiuti: la differenziata cresce ogni anno; 5)preferenza alle marche che si comportano in maniera responsabile: oggi vi è attento il 34% dei consumatori.