Lo spazio delle app social e di messaggistica a prevalenza di testo è in pieno fermento per motivi non solo tecnici. Da un lato le scelte non sempre logiche di Musk su Twitter, apparentemente volte a riguadagnare profittabilità; dall’altro, la valenza politica di questi strumenti sembra offuscare quella commerciale. Una cosa è certa: continui cambiamenti nella mappatura degli operatori e dei relativi servizi, algoritmi compresi, creano non poche difficoltà al mondo commerciale che sulle piattaforme investe per raggiungere un pubblico sempre più ampio di potenziali acquirenti di prodotti o servizi. Quindi proviamo a mettere un po' di ordine negli eventi degli ultimi giorni.
Meta lancia Threads, Gdpr europeo permettendo anche in Europa
L’ultimo atto in ordine di tempo riguarda Threads, la nuova app testuale lanciata da Meta. In poche ore, il nuovo strumento ha superato i 30 milioni di utenti registrati. Certo ci vorrà tempo per vedere se diventerà una vera e funzionante alternativa, ma alcune caratteristiche sono da sottolineare. Ad esempio, Threads sarà collegato a Instagram. “Gli attuali utenti di Instagram potranno trasferire su Threads i loro follower" ha detto Walid Koudmani, Chief Market Analyst XTB, con la forza di 2 miliardi di utenti attivi mensili di Instagram contro i 240 milioni di Twitter “con dati demografici comuni”.
Inizialmente lo scontro non sarebbe europeo. Sembra probabile che Threads non possa essere lanciato subito nell’Unione, in quanto incompatibile con il Gdpr, secondo quanto riportato dall’edizione irlandese dell’Independent, che riporta affermazioni della locale autorità per la protezione dei dati. Ma il fronte legale potrebbe non essere limitato al solo Gdpr. Lo stesso giorno del lancio di Threads, infatti, l'avvocato personale di Musk ha inviato all’azienda una lettera formale riguardante le serie preoccupazioni sulla legalità dei Threads, per i segreti commerciali e svariate proprietà intellettuali raccolte assumendo ex dirigenti e dipendenti di Twitter, che dal social network di Musk era stati licenziati. Da commerciale a fisica e virtuale, dunque, la lotta tra Musk e Zuckerberg rischia di diventare anche legale. Era girata l’idea che la lotta dei social, anziché restare nel mondo virtuale, potesse diventare fisica.
Meta, rappresentata da Mark Zuckerberg, potrebbe ancora scontrarsi con Twitter, rappresentata da Elon Musk. Lo scontro potrebbe avvenire addirittura nel romano Colosseo. Anche queste sembrano deviazioni mediatiche, visto che Musk ha 51 anni e dichiara (almeno) 81 kg per 180 cm di taekwondo e karate, mentre Zuck ha 39 anni e dichiara 67 km per 173 cm di jujitsu brasiliano. Il Governo italiano sarebbe coinvolto nel tentativo.
Ma il poliedrico Elon ha ben altre gatte da pelare, e con lui il mondo commerciale. Twitter resta un caposaldo della comunicazione mondiale e Musk tenta di far fruttare l’enorme investimento di 44 miliardi di dollari nel 2022. Non può muoversi sul solo lato commerciale, perché le elezioni negli Stati Uniti si terranno a breve (novembre 2024) e Twitter è un fortissimo veicolo politico.
Cosa sta succedendo in Francia sul fronte social
Qualsiasi rete sociale di successo, aumenta la comunicazione commerciale e politica, ma anche malavitosa e sovversiva. Non a caso i Paesi sull’orlo della rivoluzione in genere bloccano i social. Fa più scalpore che sia invece la Francia ad invocarne il controllo: i rappresentanti transalpini di Snapchat, TikTok, Meta e Twitter sono stati invitati venerdì 7 ad un incontro con i ministri Gérald Darmanin e Jean-Noël Barrot per discutere come affrontare l’uso di questi strumenti nella guerriglia urbana che attraversa diverse città transalpine in questi ultimi giorni.
Questa piattaforma ha infatti subito svariati problemi tecnici, clamoroso quello sulla diretta della presentazione del candidato repubblicano Desantis, oltre a una fortissima riduzione del personale. Inoltre, alcuni recenti annunci rilanciano le novità nella gestione del social network: sono stati imposti nuovi limiti sul numero di tweet che gli utenti possono leggere a causa di problemi di scraping dei dati e manipolazione del sistema. Inizialmente, gli utenti non verificati avevano un limite di 600 post al giorno, mentre gli utenti verificati ne avevano 6.000. Successivamente, i limiti sono stati aumentati.
L'enorme mole di dati e come limitare la loro disponibilità
Musk ha minacciato azioni legali contro chi facesse scraping (raccolta) dei dati di Twitter. Alcuni osservatori hanno ipotizzato che Musk stia tentando di impedire agli strumenti di intelligenza artificiale di andare a pescare informazioni su Twitter, ma secondo Techcrunch il flusso illecito verrebbe da un bug nell'app Web di Twitter, che invia richieste a Twitter all’infinito. Un’altra limitazione recentemente introdotta è l’impossibilità di visualizzare i tweet da parte di utenti non registrati sulla piattaforma. Sembrerebbe una tattica per spingere le persone a registrarsi, aumentando la base di utenti che era crollata, ma non sono da escludere altre cause.
Analoga situazione potrebbe riguardare anche Meta (Facebook e Instagram), i cui dati sono finora stati disponibili attraverso il tool Crowdtangle. Si va quindi verso una riduzione generale dei dati disponibili gratuitamente per le aziende, le Ong e anche i criminali. In tutti i casi, le variazioni tecniche hanno un impatto diretto sul marketing dei brand ed uno indiretto sul meccanismo che genera la visibilità online. Certamente c'è da attendersi molte altre variazioni ai processi di Twitter, per cui non resta che monitorare i primi effetti ed attendere le prossime mosse, che non mancheranno.