Con Alliance for Youth Nestlé scova i giovani

di Massimo Gianvito

Gruppo Nestlé investe sui giovani con Alliance for Youth, progetto realizzato insieme ai partner commerciali. Arrivano i primi risultati dopo un anno di lavoro: più di 200 aziende partecipanti in Europa, che hanno offerto posizioni lavorative e opportunità di stage a 50.000 giovani, pari alla metà dell’obiettivo fissato in 100.000 in due anni. E l’Italia non è da meno del resto del Continente: circa 3.500 le opportunità generate nel nostro Paese rispetto all’obiettivo fissato in 5.000 da raggiungere entro il 2016.allianceforyouth_hp

  • Dare più valore al talento dei giovani cercando, allo stesso tempo, di sostenere le aziende nella loro ricerca di competitività e innovazione. È questo, in sintesi, l’intento di Alliance for Youth. “Il successo di Alliance for Youth in Italia è una testimonianza del fatto che fare sistema fra aziende è uno dei modi più efficaci per promuovere l’occupazione giovanile -spiega Giacomo Piantoni, direttore risorse umane del Gruppo Nestlé in Italia.
  • Il gruppo di lavoro dell’Alleanza rappresenta un vero spaccato dell’industria Italiana: aziende internazionali, medie e piccole industrie, dal DNA molto differente, “che hanno risposto con grande entusiasmo e determinazione per trovare logiche comuni per valorizzare il capitale di giovani talenti del nostro Paese.Poletti
  • L’iniziativa ha ricevuto anche il plauso del Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che aveva tenuto a battesimo lo scorso anno il progetto Alliance for Youth a Roma.
  • Le aziende partecipanti ad Alliance for Youth hanno voluto lanciare un’ulteriore riflessione sui “Mestieri d’Italia”, ovvero quelle professioni che possono contribuire a dare risposta alle capacità e competenze che le industrie ricercano per contribuire a sostenere la crescita economica. “Abbiamo voluto ricostruire il profilo di quei mestieri che “fanno l’Italia” -aggiunge ancora Giacomo Piantoni-Mestieri che sono inseriti all’interno delle nostre filiere produttive e che non sono abbastanza conosciuti perché fino ad oggi poco valorizzati o perché di fatto totalmente nuovi o rinnovati nel loro modo di essere“.

• Quali sono questi mestieri? Dal designer tecnico, al venditore del futuro, dall’esperto di Made in Italy a quello di e-commerce, passando per il fustellatore e l’accoppiatore 2.0 (figure legate al ciclo produttivo del packaging; ndr), fino al’ingegnere della logistica, senza dimenticare lavori dal sapore antico, come il macellaio per il quale sono state realizzate degli appositi corsi professionali per conservare, ma anche “esportare”, una tradizione italiana di qualità che oggi rischia di andare perduta.

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