Commissioni di transazione sotto esame: i pagamenti A2A come via d’uscita per i retailer

I pagamenti account-to-account (A2A) emergono come soluzione per ridurre i costi, con startup come Volume pronte a rivoluzionare il settore attraverso tecnologie scalabili, sicure e senza intermediari

Le commissioni di pagamento continuano a rappresentare un problema significativo per i retailer, con un impatto diretto sui costi operativi e, di conseguenza, sulla competitività del settore. Ha fatto notizia, nelle scorse settimane, l'indagine avviata dai regolatori antitrust dell'Unione Europea, che esamina il peso delle commissioni imposte dai circuiti di pagamento, evidenziando come queste spese, incluse le cosiddette "scheme fees," abbiano progressivamente eroso i benefici delle riduzioni introdotte con la Interchange Fee Regulation del 2015.

Secondo EuroCommerce, che per altro proprio all’inizio di quest’anno aveva presentato un proprio position paper rivendicando il “diritto al sovrapprezzo” per rendere i consumatori più consapevoli rispetto al tema dei costi di pagamento, l'aumento delle commissioni ha comportato un costo annuale altissimo  per l'economia dell'UE.

Il peso delle commissioni di transazione

Le aziende che utilizzano servizi di pagamento tradizionali come PayPal, Apple Pay e Stripe affrontano commissioni di transazione che possono oscillare tra il 2% e l'8%, costi che spesso finiscono per gravare sugli utenti finali. Questo problema colpisce in modo particolare le piccole e medie imprese (Pmi), mentre le grandi aziende riescono a negoziare condizioni più favorevoli con fornitori come Visa e Mastercard. I pagamenti account-to-account (A2A) rappresentano un'alternativa che potrebbe eliminare queste commissioni, ma la loro adozione resta limitata. Le sfide includono la complessità dell'integrazione tecnica, la fedeltà dei consumatori ai metodi basati su carta e la necessità di garantire funzionalità essenziali come rimborsi e supporto multivaluta.

Nonostante queste difficoltà, il potenziale di crescita dei pagamenti A2A è enorme: a fronte di un volume d'affari globale di 17.840 miliardi di dollari generato dai pagamenti con carta di debito, solo 525 miliardi di dollari sono attualmente processati tramite pagamenti A2A, evidenziando opportunità significative per questa tecnologia. Il tema è tutt’altro che semplice da dirimere. Così, mentre i regolatori non riescono ancora a dare risposte adeguate agli operatori e ai consumatori, qualche cosa si muove direttamente nel mondo degli operatori di settore.

Da startup a scaleup: la crescita di Volume nei pagamenti A2A

È di questi giorni, infatti, la notizia che Volume, startup fintech specializzata in pagamenti account-to-account (A2A), ha raccolto 6 milioni di dollari in un round di finanziamento guidato da United Ventures, con la partecipazione di Fabrick, il supporto di Sella Investment Banking, la conferma di partecipazione degli investitori esistenti Firstminute Capital, SeedX e Haatch. Dopo aver raggiunto un volume d'affari lordo annualizzato di oltre 126 milioni di dollari in meno di otto mesi, per Volume è arrivato il momento di crescere, non solo nel Regno Unito ma in tutta Europa, proponendosi come operatore in grado di eliminare le commissioni di pagamento per aziende e consumatori attraverso soluzioni di pagamento efficienti e scalabili.

Come già detto, i pagamenti A2A rappresentano una valida alternativa ai metodi tradizionali, eliminando le elevate commissioni delle piattaforme tradizionali. La tecnologia di Volume semplifica il processo di checkout con un minimo processo di integrazione e offre pagamenti istantanei da conto a conto, riducendo significativamente i costi per i merchant. Contribuiscono a rafforzare la proposta di Volume la collaborazione con Yapily, provider di infrastrutture per l'open banking, e una solida infrastruttura tecnologica di sicurezza, che integra tra l’altro l'autenticazione biometrica.

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