Commercio di prossimità: tra rapporto umano e digitalizzazione

American Express dedica un progetto nazionale al commercio di prossimità, orientato a valorizzare e far scoprire piccole realtà e botteghe storiche.

I negozi di prossimità sono tra gli elementi caratterizzanti della vita di un quartiere, veri presidi sociali e parte attiva del volto di città e paesi. Un unicum che in Italia va via via scomparendo, come dimostrano i dati dell’indagine dell’Ufficio Studi Confcommercio sulla demografia d’impresa nelle città italiane, effettuata in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne che testimoniano, nel conteggio 2024, la cessazione di più di 110mila attività di commercio al dettaglio.
Piacevolmente riscoperto in epoca Covid, il commercio di prossimità rappresenta oggi un comparto tanto fragile quanto interessante per le caratteristiche che lo rendono unico: integrazione nel tessuto sociale, storicità, contatto umano. Il momento per il rilancio, di fatto, è propizio e può vedere nelle piccole realtà delle mini case study dove viene valorizzata la relazione con il cliente. Secondo quanto emerge dall’indagine condotta da ShopFully, “The State of Shopping 2024”, anche se quasi 8 europei su 10 dichiarano di utilizzare il digitale per informarsi prima di fare gli acquisti, il 92% preferisce comprare in negozio, grazie alla possibilità di vedere, toccare e provare i nuovi prodotti prima di completare l’acquisto. Il binomio “conoscenza digitale-acquisto reale” rappresenta una preziosa opportunità per il commercio di prossimità grazie all’orientamento a una digitalizzazione capace di realizzare una vetrina digitale e social. È quanto ha rimarcato Michele Viterbo, Italy & Spain Marketing Director, Global Merchants & Network Services, American Express, sottolineando le potenzialità offerte dai social per far rendere visibile la propria attività non solo a chi transita davanti al negozio.

Una guida per scoprire le botteghe storiche

Il tema delle piccole realtà commerciali è stato infatti al centro dell’incontro organizzato a Milano lo scorso 12 giugno da parte di American Express per la presentazione della guida alle botteghe storiche del cuore di Milano “Tesori di Quartiere”, curata dal Touring Club Italiano e realizzata in collaborazione con Confesercenti Milano. Un progetto cartaceo e digitale, in italiano e inglese, rivolto a cittadini e turisti che fa parte, a sua volta, di Shop Small, iniziativa avviata da American Express nel 2020 a sostegno dei piccoli negozi locali che va a incoraggiare i propri clienti a servirsi da loro, scegliendone tipicità e lato umano.
Shop Small – spiega Viterbo – include oltre 200mila piccole attività commerciali distribuite su tutto il territorio nazionale:  negozi di quartiere, autonomi, indipendenti non catene, negozi che abbiano sì un commercio on line ma anche al dettaglio e, anche, botteghe storiche, in attività da almeno cinquant’anni. Ad accomunare queste realtà sono il desiderio di raccontare e la ricchezza umana. Nel caso delle botteghe storiche e della guida “Tesori di quartiere” puntiamo a un coinvolgimento di tutti i nostri clienti e dal momento che due su tre non sono italiani, incentivarli a considerare nelle loro destinazioni di viaggio italiani la presenza di queste realtà storiche”. L’inserimento delle piccole attività commerciali in un percorso di scoperta turistico e culturale del territorio ne sottolinea il ruolo sociale e la loro riconoscibilità. L’impegno di American Express, che vuole supportare questo aspetto del patrimonio italiano si è già tradotto, negli scorsi anni, nella realizzazione di un docufilm che ha visto protagoniste le piccole realtà commerciali del quartiere Isola di Milano e la premiazione in collaborazione con SDA Bocconi, lo scorso anno, delle botteghe storiche a maggior carattere di innovazione. Come rimarcato da Francesca Barbareschi, Presidente della sezione milanese di Botteghe Storiche Lombardia, il modello di business delle botteghe è un family business dove viene messa al centro la persona: il consumatore che si reca in bottega sa di potersi affidare in modo sicuro a chi conosce perfettamente prodotto e mestiere. Il racconto di questa expertise, la sua unicità unita al rapporto umano e all’utilizzo sapiente di social e vetrine web può espandere l’impatto economico delle piccole realtà, siano esse botteghe storiche o negozi di prossimità.

Tre esempi di realtà, inserite all’interno della guida “Tesori di quartiere” che hanno integrato storicità e digitale:

Peck: punto di riferimento della gastronomia milanese, fondato nel 1883 dal salumiere praghese Francesco Peck, vanta una raccolta di oltre 2600 prodotti gourmet e una nutrita enoteca. La bottega storica, a pochi passi dal Duomo, è arricchita da una vetrina digitale (con shop, proposte e delivery) e social, con tanto di playlist dedicate su Spotify.

Viganò: storica merceria milanese, fondata nel 1919 e punto di riferimento per la sartoria dell’alta moda e della Scala, ma anche per la bigiotteria e i materiali da ricamo, sta ampliando la sua visibilità sui social grazie al trend dell'hand made e alla possibilità di realizzare un proprio bijou scegliendo le diverse componenti.

Libreria Malavasi: fondata nel 1939 e giunta alla terza generazione, raccoglie libri antichi e rari. È stata pioniera nella schedatura bibliografica digitale promuovendo inoltre, dal 1995,il sito che raccoglie on line tutti i cataloghi delle librerie antiquarie (maremagnum.com).

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