Commercianti: continua il dibattito sulle chiusure domenicali

Chiusure domenicali sì, chiusure domenicali no. Prosegue la querelle sulle liberalizzazioni degli orari per commercianti e negozianti, che sembrerebbe procedere verso l’abolizione delle norme volute dal governo Monti. A livello politico il consenso per le festività obbligatorie si conferma inedito e trasversale, mentre un comitato della Commissione industria, formatosi il 16 settembre, prepara l’esame dei 70 emendamenti al testo di legge.

I fronti restano schierati su poli opposti, con Confesercenti, Confcommercio e Conferenza episcopale unite dalla parte degli abolizionisti a difesa rispettivamente di piccoli negozi e valori religiosi. Diversa invece la posizione della gdo, che ribadisce con forza l’eventuale danno derivante da simili restrizioni, a svantaggio primario di lavoratori e occupazione.

Federdistribuzione rende noto in proposito alcuni dati significativi. Le assunzioni avvenute a seguito delle aperture domenicali risultano infatti pari a circa 4.200 nel primo anno, a maggioranza nella modalità del contratto part time. Chi lavora nei festivi, inoltre, ha una maggiorazione salariale del 30%. Si tratta complessivamente di circa 400milioni totali distribuiti in Italia, sottolinea Federdistribuzione. Numeri che aiutano a fare chiarezza sull'entità del contraccolpo atteso in caso di fine delle liberalizzazioni.

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