Cncc, a un anno dal lancio del Manifesto per la sostenibilità, ha affidato ad Altis (Università Cattolica) la ricerca che misura il contributo concreto dei centri commerciali

A circa un anno dal lancio del Manifesto per la sostenibilità, il Cncc-Consiglio nazionale dei centri commerciali ha presentato una prima verifica/misurazione (assessment) sul contributo dell’industria dei centri commerciali agli obiettivi di sviluppo sostenibile: lo studio è condotto da Altis (Alta scuola impresa e società) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con 24 società aderenti all’iniziativa, che insieme realizzano un fatturato annuo di 790 milioni di euro con oltre 2.300 dipendenti. La maggior parte di queste società (18) rientra nella categoria del property&asset management (10) e della consulenza (8). Le prime (proprietà/gestione) hanno un ruolo decisionale nell'investimento: come Nhood, Pradera, Multi, Eurocommercial Properties e Igd Siiq, per citare le principali fra le società aderenti al Manifesto di sostenibilità: Nhood, Eurocommercial e Igd rappresentate al convegno Cncc da Simona Portigliotti (direttore marketing, Csr e innovazione di Nhood Services Italy), Laura Basilio (senior project manager di Eurocommercial Properties), e Gianluca Martora, responsabile patrimonio-Hse strategico di Gruppo Igd.

A un anno dal lancio del nostro Manifesto per la sostenibilità mi ritengo estremamente soddisfatto degli obiettivi raggiunti, sia dagli associati che dalla nostra commissione interna Esg, organo regolatore di tutte le iniziative svolte nell’ambito della sostenibilità -commenta Roberto Zoia, presidente Cncc-. L’analisi di Altis è la riprova della trasparenza della nostra industria, che attraverso l’individuazione dei suoi punti deboli mira a migliorarsi e sfidarsi costantemente su tematiche di fondamentale importanza. L’obiettivo è di poter coinvolgere sempre più società in quest’iniziativa, per poter realizzare un vero cambiamento del settore retail”.

Lo studio presentato da Francesco Soldi (Presidente commissione Esg del Cncc, e responsabile servizio marketing e Csr di Igd Siiq) e da Stella Gubelli (docente incaricato di economia aziendale e responsabile area consulenza Altis) è un primo momento di analisi pubblica dei punti di forza e di debolezza, emersi a livello di sistema, dei centri commerciali, in modo da avere una prima base per perfezionare, anno dopo anno, le azioni intraprese e migliorare le performance del settore.

Da sin. Francesco Soldi, Roberto Zoia e Stella Gubelli

L’analisi è stata svolta in collaborazione con 24 società aderenti all’iniziativa attraverso la valutazione delle attività svolte sia a livello di sede/centrale (corporate) sia organizzate nei centri commerciali, oltre al monitoraggio, alle strategie e ai Kpi per ciascuno degli 8 Sustainable Development Goals (obiettivi di sviluppo sostenibile-SDGs) identificati dal Cncc all’interno del Manifesto nei tre ambiti Esg: ambientale, sociale e di governance.

Nell’ambito degli obiettivi di sviluppo sostenibile dalla valenza sociale (numero 3, 5 e 8), il 75% delle società coinvolte ha dichiarato di attuare strategie e iniziative rivolte a dipendenti, clienti e visitatori in materia di salute e sicurezza; il 70% assicura ai propri dipendenti buone condizioni di lavoro, grazie all’adozione di sistemi premianti per le performance individuali e benefit integrativi assicurativi, previdenziali, assistenziali, sottoscrivendo un totale di 81% di contratti di lavoro a tempo indeterminato sul totale. Oltre la metà delle aderenti al progetto promuove politiche per l’uguaglianza di genere, con iniziative di welfare aziendale e per la sensibilizzazione di dipendenti, clienti e visitatori su pari opportunità, inclusione, diversità e lotta alla violenza.

Efficienza energetica

Per misurare l’impegno dell’industria nella lotta al cambiamento climatico e nell’impiego di energia pulita e accessibile (Sdg 7 e 13), l’analisi ha preso in considerazione diverse azioni messe in campo dai centri commerciali. Dai numeri emerge una diffusione delle buone pratiche di sviluppo sostenibile per il 47% dei rispondenti, un valore in costante aumento rispetto agli anni scorsi, grazie all’incremento delle strategie in materia di riduzione delle emissioni di CO2. Sul versante dell'efficientamento energetico (Sdg 12) l’industria dei centri commerciali si sta impegnando nella realizzazione di impianti per l'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, che conta per il 46% del totale dell’energia impiegata nei centri commerciali, o di un migliore sistema di gestione e monitoraggio dei consumi energetici. Circa il 70% delle 24 società coinvolte nello studio organizza campagne di sensibilizzazione e lotta agli sprechi, impiega materie prime provenienti da riciclo e riuso, e  adotta politiche di gestione per la riduzione dei rifiuti prodotti.

Tra gli obiettivi dei centri commerciali, emerge la volontà di rendere le strutture sempre più integrate all’interno dei territori di appartenenza, luoghi di riferimento per le comunità. Per questo motivo, nel corso degli ultimi anni, le società stanno lavorando per migliorare la progettazione degli spazi e dei servizi in base ai criteri di accessibilità fisica e cognitiva e per i servizi utili alla comunità, oltre a realizzare iniziative per la comunità e il territorio finalizzate a promuovere sia il dialogo sia la mobilità sostenibile (Sdg 11).

Al capitolo Sdg 17, tra le società aderenti al progetto, 3 su 4 hanno definito una procedura od obiettivi futuri in materia di partnership, donazioni e sponsorizzazione con associazioni no-profit, e 2 su 3 hanno definito una procedura o adottato un sistema gestionale tali partnership. Il 75% delle società coinvolte ha dichiarato di svolgere o promuovere iniziative con associazioni o altri enti a scopo benefico e il 20% ha intenzione di farlo nei prossimi anni.

 

 

 

Per tentare una sintesi, i dati presentati testimoniano la crescente consapevolezza con cui l’industria dei centri commerciali pensa al futuro in chiave di sostenibilità, a partire dalla riduzione dell’impatto ambientale che inevitabilmente deriva dalla costruzione o dalla presenza di strutture di grandi dimensioni come gli shopping center. Per Francesco Soldi, l'Italia non è affatto indietro rispetto alla media europea, anche se resta da fare ancora un percorso non brevissimo per ridurre il più possibile il gap tra "ciò che si fa e ciò che si formalizza nelle procedure". Per Stella Gubelli, i gap più importanti in termini formalizzazione sono nelle aree corrispondenti alla S di Esg (Social).

Questo aspetto, di fondamentale importanza per il raggiungimento di obiettivi concreti, è stato studiato e approfondito, nel corso del convegno, durante l’intervento di Adolfo Suarez, socio fondatore di Lombardini22 che dirige la progettazione retail della società, e nel corso della tavola rotonda della commissione architettura del Cncc, che ha presentato alcuni esempi concreti delle azioni svolte dal punto di vista edilizio.

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