Cibus, il fiore all’occhiello dell’export italiano

Così lo definisce il ministero degli esteri italiano Luigi Di Maio in occasione della presentazione della prossima edizione di fine agosto

“Sono contento di veder ripartire il sistema agroalimentare che è l’emblema dell’Italia nel mondo, e ancora di più sono contento di vederlo ripartire assieme al settore fieristico quale vetrina dell’export italiano generatore di crescita”. Così Luigi Di Maio, ministro degli affari esteri, saluta l’annuncio della fiera Cibus 2021. “La prima grande fiera internazionale italiana B2B a riaprire in presenza” sottolinea il ministro ricordando l’appuntamento a Parma dal 31 agosto al 3 settembre. “Segna la ripartenza del nostro Paese quale fiore all’occhiello del miglior made in Italy – ha proseguito Di Maio - colmo di eccellenze e in grande crescita, passato dall’8% del 2011 al 10,6% del 2020, in piena emergenza”.

Ha poi proseguito: “In un momento di grande contrazione il nostro export agroalimentare è stato pari a 46 miliardi di euro e ha continuato a crescere segnando un +1,7% rispetto al 2019”.

Di Maio ha sottolineato il sostegno della Farnesina alle aziende sia agroalimentari che del settore fieristico. Prima della pandemia il sistema fieristico alimentare contava 20 milioni di visitatori 200.000 esportatori per circa 1000 eventi con un giro di affari di 60 miliardi di euro. Per questo sono state messe in campo importanti misure finanziarie per le imprese con sostegni fino 10 milioni di euro di cui parte a fondo perduto. ICE, su incarico del Ministero degli Esteri, ha realizzato 38 iniziative a sfondo fieristico di cui 15 in forma digitale.

Per Cibus 2021 il ministero ha stanziato più di un milione di euro grazie al quale ICE, con Fiere di Parma, ha attuato un programma strutturato ed ambizioso. Si va da un massiccio incoming di operatori e giornalisti, ( già 200 hanno confermato la presenza) fino alle visite ai siti produttivi, alle catene di distribuzione e alle realtà di maggior successo dei principali distretti alimentari del territorio italiano, dalla Sicilia, al Piemonte, alle Marche e tanti altri. Ai buyer viene infatti offerta un’esperienza unica sul territorio con “factory tours” e “retail tours”, per visitare gli stabilimenti produttivi della food valley e i punti vendita distributivi, e “tours on-site” con percorsi tematici dedicati a produzioni tipiche, alla scoperta dello stile di vita italiano.

Le aziende espositrici a Cibus hanno già rinnovato la propria adesione, in uno spirito di grande rilancio. Carlo Ferro, presidente di ICE, a ha ricordato a questo proposito l’impegno dell’agenzia per accompagnare Cibus anche rispetto alle nuove tendenze che stanno emergendo. “La Pandemia ha accelerato alcuni megatrend che saranno propri dei mercati del futuro, tra cui l'attenzione a una sana alimentazione e alla sostenibilità”.
Cibus dunque, nell’ottica ICE, sarà anche l’occasione per riaffermare la qualità e la salubrità della dieta mediterranea, combinata alla bio-diversità del territorio, all’eccellenza dell’intera filiera agroalimentare, all’innovazione digitale “come medium di comunicazione e canale di distribuzione”.

Anche il presidente Ferro si è soffermato sull’importanza dell’export agroalimentare che accelera del 2,2% dall’inizio di quest’anno dopo la crescita del 2020. Traccia poi alcune tendenze export su cui riflettere: +34% del riso in Germania, +23% per l’olio di oliva in Francia, +18 della pasta in Giappone, +40% del vino in Corea del Sud.

Ivano Vacondio, Presidente di Federalimentare ricorda la grande trasformazione del settore del food con la Pandemia, una sorta di riscatto del comparto, che ha fatto capire in questa tragica occasione il valore di un sistema che “ha fatto i miracoli per non lasciare mai gli scaffali vuoti”. Ha poi rammentato la nuova area Cibus dedicata al canale dell’Horeca (ristoranti, bar e affini) soffermandosi di nuovo sul valore, ma facendo una importante distinzione: “l’agroalimentare vale 200 miliardi di fatturato in cui il settore primario è rappresentato per 54 miliardi, quindi in Italia hanno un peso decisivo trasformazione e distribuzione”. Un comparto che nel 2021 avrà una grande attenzione con anche grazie al faro che si accende sul nostro Paese con il G20 dell’agricoltura.

Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma, che ha spiegato: “Fare Cibus a settembre 2021 era una sfida, ma anche un dovere; saremo i primi nello scenario fieristico europeo per offrire, insieme al Governo Italiano, un vantaggio competitivo ai nostri espositori e quindi al Made in Italy alimentare”.

A Cibus 2021, infatti, saranno presenti i buyer italiani ed europei del retail, e folte rappresentanze degli operatori commerciali dagli Usa, America Latina, Asia, grazie anche al programma di incoming di ICE Agenzia. Importante, come sempre, la convegnistica del 20° Salone Internazionale dell’Alimentazione tra cui spicca un evento dop, doc, e prodotti certificati e alcuni incontri sui processi di distribuzione ed acquisto con particolare attenzione al tema dell’innovazione e della sostenibilità.
"Inaugurerò con grande piacere Cibus 2021, la mia prima edizione nelle vesti di Presidente di Fiere di Parma – ha dichiarato Gino Gandolfi, presidente di Fiere di Parma - dando il benvenuto a una manifestazione che, mai come oggi, rappresenta un punto di incontro tra filiera e istituzioni, aziende, buyer e associazioni, uniti per la ripartenza del Made in Italy”. Ha inoltre sottolineato il valore aggiunto di questa edizione dell’innovazione, della scienza, delle start up.

Cibus sarà un modello di Fiera in ibrido cui per la prima volta ci saranno eventi anche digitali senza contare che Parma è, quest’anno, capitale della Cultura e Capitale UNESCO dell’enogastronomia.

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