Cibus, manifestazione di riferimento per il settore agroalimentare, terrà a Parma tra il 7 e il 10 maggio la 22esima edizione. La manifestazione nasce dalla collaborazione tra Fiere di Parma e Federalimentare, grazie anche alla collaborazione con Agenzia Ice. Quella di quest’anno si appresta a essere la maggiore edizione di sempre per numero di espositori, con oltre 3 mila brand e la presenza di buyer della gdo italiana ed estera. Presenti anche category manager e responsabili degli acquisti delle maggiori catene di supermercati, oltreché attori internazionali dell'horeca. Le registrazioni provengono da Stati Uniti, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Medio Oriente. Questo sarà inoltre l’anno del ritorno della Cina, assente durante la pandemia.
A Cibus tutto l’agroalimentare made in Italy
Cibus offrirà uno spaccato dell’agroalimentare made in Italy: formaggi e derivati, carni e salumi, gastronomia e surgelati, oltre alla sezione grocery, con pasta, dolci, conserve e condimenti, un settore il cui futuro “dipenderà dalla sua capacità di continuare ad innovare e investire restando fedele a tradizioni e territori -afferma Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma-. Dall’osservatorio privilegiato di Cibus siamo molto fiduciosi rispetto alla consistenza delle nostre imprese e dei nostri prodotti”.
Agroalimentare made in Italy di fronte alle sfide del mercato
Il contesto nel quale si muove il settore è caratterizzato da volatilità nei prezzi delle commodities sia alimentari che energetiche. Esistono poi tensioni particolari in determinati segmenti. Federalimentare sottolinea il caso dell’import di cereali, che, anche a causa del conflitto ucraino, è a rischio. Un altro caso emblematico poi è quello dell’olio extravergine di oliva, dove il raddoppio dei costi della materia prima ha costretto un consumatore italiano su tre a ridurne il consumo.
Cibus vetrina per l’export agroalimentare made in Italy
“L’industria alimentare italiana si presenta a Cibus come un comparto sano, in costante crescita e che gode di grande fiducia da parte dei consumatori. Fiducia si riflette anche all’estero, dove sta conquistando sempre più mercati”, dichiara il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino. Nel 2023 le esportazioni, secondo i dati Istat, nonostante un leggero calo dei volumi hanno registrato un valore pari a oltre 52 miliardi di euro, con un aumento del 6,6% sull’anno precedente. “L'export rappresenta un asset primario per l'economia della nazione. Per questo è fondamentale creare occasioni in cui incontrarsi e discutere dei nuovi scenari e delle nuove strategie per il settore”, sostiene il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida. A sottolineare il ruolo commercio verso l’estero anche Matteo Zoppas, presidente di Ice, per il quale serve “essere bravi a sfruttare queste attività di promozione perché la cucina italiana non è solo valore numerico ma ha un ruolo ed un valore strategico per l’export italiano nel mondo”.