Quinto prodotto agricolo più venduto, ogni anno vengono consumati oltre 100 miliardi di banane nel mondo: Chiquita, da 150 anni, è il più grande coltivatore di questo frutto. Dal Centro America arriva ai mercati americani ed europei, raggiungendo 70 Paesi. Il brand non punta solo a fornire un prodotto di qualità premium. Per quasi tre decenni Chiquita ha guidato la industry nelle pratiche di sostenibilità attraverso il suo approccio Dietro il Bollino Blu, un commitment in materia di agricoltura sostenibile, tutela della biodiversità e creazione di valore nelle comunità dove sorgono le piantagioni.
Approccio sfaccettato di Chiquita
La filosofia green di Chiquita si fonda su tre pilastri centrali per questo approccio. Il Codice dell’agricoltore consiste nella riprogettazione sistematica delle aziende agricole, con l’obiettivo di migliorarne l’efficienza e aumentarne la resa, riducendo al contempo l’impatto ambientale e massimizzando l’uso dell’acqua. Essere un buon vicino è il secondo principio, focalizzato sull’azione per preservare e migliorare la biodiversità: questi sforzi hanno, per esempio, dato vita nel 2004 alla Riserva Naturale e Comunitaria di Nogal, in Costa Rica, nell’area di Sarapiqui, sostenuta dalla Rainforest Alliance e dalla Giz, società tedesca per la cooperazione internazionale. “Questi pilastri sostengono un approccio sfaccettato che ci assicura di continuare a guidare l’industria nelle migliori pratiche attraverso l’agricoltura sostenibile, i diritti umani, la protezione dell’ambiente o la riduzione delle emissioni” spiega Peter Stedman, sustainability directory di Chiquita brands.
Da 20 anni è in essere un accordo quadro internazionale con i sindacati globali e regionali. “Negoziamo liberamente con oltre 35 organismi di rappresentanza dei lavoratori ogni anno in tutte le nostre operazioni e siamo in grado di garantire salari di sussistenza a tutti i nostri lavoratori”. Quasi 20 anni fa Chiquita ha avviato due progetti di rimboschimento: la zona umida di San Juan-La Selva, a Panama, e la riserva di Nogal in Costa Rica, per un totale di oltre 450 acri di terreno facenti parte del Corridoio Biologico Mesoamericano. Dal 2006, quasi 30 mila persone hanno partecipato a programmi di sensibilizzazione nella riserva di Nogal e dintorni.
Cambiamento climatico
Con l’ultimo rapporto di sostenibilità 2021-2022, Chiquita si è concentrata sul cambiamento climatico e sugli sforzi per ridurre le emissioni.
Per il Bene Superiore è il terzo pilastro, di cui fa parte l’iniziativa 30BY30, il programma volto a ridurre le emissioni di carbonio del 30% entro la fine del 2030 in tutte le operazioni del brand. Chiquita è stata la prima azienda globale di frutta a essere riconosciuta dalla Science Based Target Initiative (Sbti), che ha approvato la 30BY30 e gli ambiziosi obiettivi climatici.
“Per fissare questo obiettivo abbiamo dovuto, innanzitutto, rimisurare la nostra impronta: quella totale, dalle aziende agricole fino al consumatore finale, è di 1,45 milioni di tonnellate di Co2e , il che equivale a 0,6 kg di carbonio per kg di banana. Abbiamo identificato le fonti di emissioni di cui siamo direttamente responsabili, le nostre emissioni di scopo 1 e scopo 2, e ci siamo impegnati a ridurle del 30% entro il 2030.
Attualmente stiamo identificando le tecnologie che ci aiuteranno a contrastare le emissioni di protossido di azoto, la maggiore fonte di emissioni nelle aziende agricole. Stiamo anche pianificando progetti di microgenerazione in Honduras e Guatemala per ridurre le emissioni derivanti dal nostro uso di elettricità in questi Paesi”.
Compensazione per Chiquita
L’iniziativa 30BY30 ha permesso di introdurre la prima banana a zero emissioni di Co2, ottenuta grazie al progetto di compensazione di anidride carbonica in Costa Rica, dove è stato installato un parco eolico a 25 turbine che genera 226.000 Mwh di energia pulita.
Riduzione dei consumi
Chiquita da anni persegue una politica di riduzione del consumo di risorse, diretta conseguenza degli impegni per la sostenibilità ambientale ed economica. Nello specifico figurano la riduzione del consumo di energia passando a un’elettricità più sostenibile, ottenuta attraverso l’installazione di pannelli solari o turbine eoliche, sostituendo l’uso del diesel in favore di biocarburanti o di veicoli elettrici, nonché la riduzione delle emissioni di azoto dai fertilizzanti.