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Aria di rilancio per gli investimenti nell'immobiliare retail in Europa. Secondo un'elaborazione compiuta da Cbre, nel terzo trimestre 2013 le transazioni hanno raggiunto il volume più elevato dal 2007, con 35,5 miliardi di euro investiti, il 21% in più rispetto al medesimo periodo del 2012. Particolarmente presi di mira dagli investitori i mercati core dell'Europa Occidentale, come Gran Bretagna, Germania e Francia, sono stati particolarmente elevati. Nel Regno Unito, con 14,1 miliardi di euro investiti, è stato raggiunto il livello più elevato dal terzo trimestre 2007, con un incremento del 19% su base annua. La Germania, con 6,2 miliardi di euro, ha registrato un aumento del 21 % rispetto allo stesso periodo del 2012 e anche la Francia ha raggiunto livelli che non si registravano dal 2007 con 4,6 miliardi di euro, pari a un aumento del 39 % rispetto al terzo trimestre 2012.
il mercato dei Piigs
I dati risultano positivi anche se il confronto avviene con il secondo trimestre d'anno, perché in complesso si è registrato un aumento del 7% dei volumi totali investiti nel mercato europeo. Nel terzo trimestre 2013 è proseguita la ripresa nei mercati più colpiti dalla crisi finanziaria dopo la forte forte crescita registrata nel primo semestre 2013. In Spagna, Italia e Portogallo gli investimenti hanno totalizzato 2,2 miliardi di euro oltre il 145% rispetto al 2012; in Irlanda, gli investimenti sono aumentati del 354%. Nel nostro Paese gli investimenti sono ammontati a 845 milioni di euro. Tra le operazioni di magior rilievo il passaggio del Franciacorta outlet (nella foto) a Blackstone per 126 milioni di euro.
Il commento di Cbre
Commentando i dati Cbre sottolinea che queste performance confermano il ritorno d'interesse degli investitori opportunistici per il mercato europeo. Oggi, gli investitori favoriscono sia gli investimenti core sia quelli opportunistici. Un buon numero di investitori core continua ad avere come target i mercati prime di Germania, Francia e Regno Unito, con focus principale su assets prime. Tuttavia, il numero crescente degli investitori opportunistici e la crescente liquidità sta spostando nuovi volumi d'd'investimento nei paesi maggiormente colpiti dalla crisi dell'euro. Al contrario, i mercati "medi", come i Paesi Nord Europei e, in qualche modo, il Benelux, non pienamente prime ma nemmeno opportunistici, non stanno registrando un analogo aumento di interesse da parte degli investitori.