I centri commerciali sono sempre più consapevoli della necessità di investire in sostenibilità e in energie rinnovabili: l'accordo tra Cncc e Intesa San Paolo va proprio in questa direzione

I centri commerciali italiani hanno, in media, una quindicina d'anni. Quindi di lavoro dal punto di vista di ristrutturazione in chiave neo-energetica e ambientale ce n'è da fare. La situazione italiana media è ben lontana da quella di investitori specializzati come Eurocommercial Properties che vanta il 10% di energia autoprodotta e l'84% da fonti rinnovabili. L’appuntamento annuale del Cncc-Consiglio nazionale dei centri commerciali rivolto alla comunità finanziaria, organizzato quest’anno con la sponsorizzazione di Intesa Sanpaolo, ha affrontato il tema del valore della transizione energetica e di come sta influendo sugli investimenti nel settore retail real estate. A testimonianza dell’importante percorso intrapreso dall’industria dei centri commerciali nella transizione energetica, il recente accordo sottoscritto da Cncc con Intesa Sanpaolo per contribuire ad incentivare investimenti in ottica eco-rispettosa (green). “Le imprese aderenti al Cncc sono sempre più attente ad investimenti in sostenibilità e in energie rinnovabili e, grazie al recente accordo sottoscritto, possono assumere un ruolo centrale di comunità energetica del territorio aggregando la domanda e investendo in impianti green -commenta Anna Roscio, executive director sales & marketing imprese Intesa Sanpaolo-. Questo è peraltro uno degli obiettivi del nostro programma Il tuo futuro è la nostra impresa, che mette a disposizione 120 miliardi di euro per accompagnare la progettualità delle imprese italiane accelerandone le buone performance e assicurando l’attivazione di strategie sostenibili e di lungo periodo”.

“La nostra industry sta continuando il lavoro iniziato qualche anno fa per accompagnare e supportare i centri commerciali e le imprese del settore verso una transizione ambientale, digitale e di business -aggiunge Roberto Zoia, presidente del Cncc-. I risultati del 2023, in cui abbiamo raggiunto un fatturato in crescita del 2,4% e ingressi a +6,8% rispetto all’anno precedente, ben rappresentano quanto realizzato e ci danno la possibilità di vedere un futuro in cui il nostro comparto rivestirà un ruolo di primo piano per la crescita dell’Industria e del nostro Paese. L’accordo con Intesa Sanpaolo dimostra l’attenzione al nostro mondo e ci aiuterà ad essere ancora più veloci nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità”.

Raffaella Pinto, presidente Commissione comunicazione finanziaria del Cncc, presentando il 3° Report sull’andamento dell’industria dei centri commerciali, ha analizzato le iniziative ESG e gli investimenti nel settore. Tra i dati più significativi, che confermano l’impegno in termini di sostenibilità, quanto emerge da un panel di 24 strutture, in cui: il 37% dell’energia elettrica proviene da fonti rinnovabili, il 38% possiede una certificazione Breeam o ISO 140001, il 52% di rifiuti prodotti sono avviati a riciclo, a cui si aggiunge un -13% di emissioni CO2 prodotte.

da sin. Paola Dezza, Raffaele Nardi (IGD), Umberto Trussoni (Klépierre), Sandro Campora (Cbre), Luca Lucaroni (Ecp), Christian Kroeller (Colliers Italia)

Dalla tavola rotonda, che ha messo a confronto i rappresentanti di tre importanti società quotate (Raffele Nardi Director of Planning, Control and Investor Relation IGD Siiq; Umberto Trussoni, CIO di Klépierre e Luca Lucaroni, Investor Relations Director & Financial Director ltaly Eurocommercial Properties), è emerso un accordo corale sulla previsione di ritorno degli investimenti in Italia: tutti o quasi sono allineati sul 2025. L'unico ottimista è Luca Lucaroni che già vede una ripresa nella seconda parte del 2024.

I manager intervenuti al convegno, a partire da Roberto Zoia, sottolineano la crescente importanza del retail in termini di redditività: anche se le cifre sugli investimenti 2023 indurrebbero a credere il contrario. Intanto il 2024 si è aperto con una mega transazione che interessa l'high street: Monte Napoleone 8 acquisito da Kering per 1,3 miliardi non è neanche una transazione retail in senso stretto anche se in quel palazzo del Settecento ci sono Cova, Prada, e Yves Saint Laurent. Secondo Christian Kroeller vedremo nei prossimi mesi transazioni nel retail con rendimenti di oltre il 10%. Ma cosa intende Kroeller per retail? Sta di fatto che quando si parla di retail in questo ambito ci si riferisce non ai centri commerciali in senso stretto, ma a pacchetti immobiliari con tenancy a conduzione supermercati, come conferma la recente partnership di Igd Siiq.

Altro aspetto significativo, evidenziato dalla ricerca EY Advisory, presentata da Simone Mangoni, riguarda il miglioramento nel legame di fiducia e partnership tra landlord e tenant che "continua a favorire alti livelli di occupancy e un ottimo tasso di rent collection". Questa tendenza sembra confermata anche da Igd: "quasi tutto il fatturato da affitti viene incassato". Questo forse vale per Igd, sarebbe interessante capire se si può estendere a tutti i centri commerciali italiani. Ci permettiamo di dubitarne.

Sempre con riferimento agli investimenti, gli shopping center mostrano i rendimenti più interessanti rispetto ad altre asset class come uffici, logistica e high street, a conferma dell’attrattività del settore grazie a fondamentali solidi confermati dagli andamenti di fatturati e ingressi. Sì, ma se gli yield sono alti, non dovrebbero anche abbassarsi i prezzi?

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