L'evento Perspective di Cbre, tenutosi oggi al Piccolo Teatro Studio Melato a Milano, è giunto alla decima edizione. “Un decennio che coincide con la storia di un mercato che ha più volte cambiato volto e confini, dieci anni a cavallo di un evento globale senza precedenti come la pandemia, che ha messo inevitabilmente in discussione il real estate a tutti i livelli, e dove oggi l’Italia, con il quarto risultato annuale più alto di sempre, si posiziona tra i paesi di punta su cui investire -commenta Mirko Baldini, ceo Italy di Cbre-. In dieci anni il volume totale degli investimenti nel commercial real estate ha sfiorato i 100 miliardi di euro complessivi, con un aumento del 74% del numero di transazioni dal 2015 al 2024. Numeri che lanciano il mercato italiano verso previsioni certamente positive anche per questo nuovo anno”.
Con un volume di investimenti di quasi 10 miliardi, il 2024 del commercial real estate nostrano si è chiuso con un incremento del 47% rispetto al 2023, confermando l’Italia in una posizione di assoluto rilievo tra i principali mercati europei, dove si respira anche per il 2025 un generale ottimismo da parte degli investitori, nonostante una diffusa preoccupazione legata in primis all’instabilità geopolitica che ha caratterizzato gli ultimi mesi. È lo stato dell’arte fotografato nell’ultimo Market Outlook di Cbre, presentato durante l’edizione 2025 di Perspective.
Il parere degli investitori: fiducia nella ripresa
Oltre agli ottimi numeri del 2024, un altro importante risultato riguarda il 2025 ed emerge dall’ultimo Italian Investor Intentions Survey di Cbre, indagine annuale sul sentiment che ha visto la partecipazione di oltre 230 investitori attivi sul mercato italiano, tra fondi di investimento, istituti di credito, banche, privati e altri soggetti istituzionali in Italia e in Europa. Secondo lo studio, il 75% degli investitori si dichiara ottimista e fiducioso che la ripresa delle attività di investimento sia già in corso e destinata a consolidarsi durante il 2025: il 64% degli investitori è infatti pronto ad aumentare le acquisizioni nel corso dell'anno.
“Assistiamo a un circolo virtuoso innescato dalla normalizzazione delle politiche monetarie e dalle buone performance dei mercati occupier -spiega Giulia Ghiani, Head of Research & Data Intelligence Italy di Cbre–. Grazie ai processi di repricing degli scorsi anni e alle buone prospettive sull’andamento dei tassi d’interesse, il mercato offre oggi ottimi entry point, alimentando l’entusiasmo degli investitori per il 2025”.
Focus asset: la crescita di Living e Hotel
Dopo l’andamento positivo rilevato da Cbre nel 2024 per quasi ogni asset class monitorata, l’Italian Investor Intentions Survey ha preso in esame gli orientamenti degli investitori per il 2025: dai risultati emerge un interesse crescente per i settori Living (dal 26% nel 2024 al 28% nel 2025), Hotel (dal 16% al 18%) e Retail, che oltre a crescere del 236% nel 2024 come volumi di investimento, convince anche di più gli investitori per il 2025 (passando dal 7% all’11%). L’asset class che rimane più richiesta è ancora Industrial & Logistics, con il 29% delle preferenze da parte degli investitori.
Nel 2025 anche in Italia occhi puntati sull'Opre
Si conferma per il 2025 il crescente interesse degli investitori verso l’Opre (Operational real estate), un settore che nell’ultimo biennio ha raggiunto quota 2,8 miliardi di euro, in crescita del 16% rispetto al biennio precedente. Il settore Opre include quelle proprietà i cui flussi di cassa sono strettamente legati alle performance operative di chi le occupa. È il 70% degli investitori a dirsi interessato a dedicarsi al segmento Opre, soprattutto per le asset class purpose-built student accommodation, data centres e healthcare.
"L’Operational real estate rappresenta un insieme di asset class dinamiche e strategiche per gli investitori, grazie alla sua capacità di generare valore attraverso la gestione attiva e l’innovazione dei servizi -aggiunge Silvia Gandellini, Head of Capital Markets Italy in Cbre-. In un contesto di mercato in evoluzione, settori come student housing, hospitality e healthcare offrono opportunità significative perché allargano il concetto di investimento immobiliare in senso stretto, rispondendo a una domanda sociale strutturalmente solida, senza rinunciare ai ritorni finanziari”.
I rischi del cambiamento climatico
Nell’agenda 2025, un’importante pagina è dedicata anche in Italia alla sostenibilità dove si osserva come le nuove norme sulla trasparenza dei rischi Esg siano oramai richieste dagli investitori stessi, non solo dal quadro normativo, rivelando anche opportunità che possono ottimizzare la performance degli asset e degli investimenti in tutta Europa. Dall’Italian Investor Intentions Survey emerge che il 68% degli intervistati ha in programma di adeguare gli edifici esistenti per soddisfare gli standard richiesti, mentre il 60% sta acquistando o realizzando attivamente green building. La valutazione e la prevenzione dei rischi Esg giocheranno un ruolo essenziale per assicurare la qualità delle informazioni e la redditività degli investimenti, oltre che per favorire l’accesso ai finanziamenti a tassi di interesse agevolati. La valutazione dei rischi legati al cambiamento climatico sta diventando un tema ricorrente, ritenuta dal 95% degli investitori una considerazione fondamentale per orientare le proprie decisioni, un dato che va di concerto con la posizione dichiarata dal 45%, che si dice ben disposto a pagare un premio superiore al 10% per acquistare asset sostenibili. Gli investitori utilizzano per lo più risorse proprie per adeguare gli edifici esistenti (70%), ma chiedono un supporto anche ai tenant (37%), attraverso, per esempio, clausole di green lease. In questo senso, green loan o sustainabillity-linked loan sono sempre più richiesti, perché ritenuti n grado di offrire condizioni più favorevoli rispetto ai finanziamenti tradizionali.