Caviro investe nella logistica e nell'automazione: a Forlì, nella cantina più grande d’Italia, ha inaugurato un nuovo avveniristico magazzino che automatizza la fase di trasporto del packaging alle linee di confezionamento. Un investimento da 11 milioni di euro.
Ogni giorno nello stabilimento le merci percorrono 350 km
Con una capienza di 10 mila posti pallet per lo stoccaggio di materiali sussidiari (capsule, carta, etichette e tappi) e prodotto finito, il magazzino forlivese si estende per 2.600 metri quadrati, con una scaffalatura autoportante alta 28 metri. Dispone di 4 trasloelevatori, 3 navette Lgv attive e può gestire 5 tipologie diverse di pallet per 200 l’ora movimentati.
Il magazzino di Forlì si aggiunge alle due aree di stoccaggio automatiche realizzate nel 2001 e nel 2017, portando così la capacità complessiva a circa 30 mila posti pallet. “Non è solo stoccaggio ma anche intralogistica moderna, le navette Lgv uniranno il magazzino alla produzione in maniera automatizzata. Per noi un salto di automazione molto alto -ha rilevato il direttore generale del Gruppo Caviro Giampaolo Bassetti-. Significa ottimizzare i processi. Abbiamo fatto calcolare che la distanza percorsa dalle merci dal loro arrivo all’interno dello stabilimento è di 350 km al giorno. L’automazione richiede poi professionalità, formazione, eleva il livello medio della competenza, aumenta la sicurezza sul lavoro e migliora le emissioni di CO2”.
Caviro Extra capofila di un progetto di economia circolare che coinvolge i competitor
L’investimento di Caviro è in realtà superiore, complessivamente oltre i 30 milioni, e riguarda più ambiti, non solo l’automazione. E rientra nel Piano Nazionale Industria 4.0-Contratto di Sviluppo con il progetto regionale Legami di Vite cui hanno partecipato Gruppo Caviro, Agrintesa, Cantina di Carpi e Sorbara, Terre Cevico, Le Romagnole, Medici Ermete, Cantine Riunite & Civ. Realtà che rappresentano oltre il 50% degli ettari vitati in Emilia-Romagna, il 25% del fatturato italiano del vino e il 21% dell’export.
“Legami di vite è una grande idea che nasce tre anni fa, un progetto territoriale legato all’Emilia-Romagna, cooperativo e legato alla sostenibilità -ha raccontato il presidente Carlo Dalmonte-. Prevede investimenti per circa 90 milioni per la filiera, di cui oltre 30 saranno i finanziamenti pubblici a fondo perduto attraverso fondi regionali comunitari. Il fatto di mettere insieme le energie quando nella realtà quotidiana si è concorrenti è un’idea molto cooperativa”. Al taglio del nastro il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini (presente anche l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Vincenzo Colla) ha parlato di “cooperazione nella cooperazione”. Caviro Extra è capofila del progetto e il collante è l’economia circolare. C’è l’impegno da parte dei player a conferire gli scarti in Caviro Extra con l’obiettivo di valorizzarli. In particolare per la produzione di etanolo, ottimizzazione nella produzione ed efficientamento delle linee di lavorazione di fecce e vinacce.
Un nuovo impianto per il bioLng e l’agrivoltaico
Caviro procede spedita verso ulteriori step legati alla sostenibilità e all’energia. Il 23 aprile ci sarà la presentazione della quinta edizione del bilancio di sostenibilità. “Introduciamo il carbon assesment, l’impatto della nostra attività diretta e indiretta, a livello di supply chain, sulle emissioni climalteranti in termini di tonnellate C02 equivalente” ha raccontato Silvia Buzzi, direttore area ambiente, qualità, sicurezza e sostenibilità Caviro Extra. Sul fonte energetico Caviro produce 85 milioni di kwatt all’anno di energia elettrica e altrettanto di termica. Ė autosufficiente e rivendere quella in eccesso (più della metà) alla rete.
Tra maggio e giugno inaugurerà a Faenza un grande impianto per la liquefazione di biometano, sempre da scarti di filiera agroindustriale, destinato alla flotta dei mezzi pesanti. “Sono circa 40 mila gli automezzi utilizzati l’anno per 20 milioni di km percorsi -ha ricordato Fabio Baldazzi, direttore generale di Caviro Extra-: gran parte dei trasporti sarà bioLng avanzato”. A luglio sarà poi la volta di un impianto agrivoltaico da 1 megawatt, un vigneto di due ettari e mezzo con pannelli fotovoltaici, un impianto sperimentale che darà energia elettrica per il sito di Forlì, un work in progress.
Bollicine e apertura ai low/no alcohol, novità di prodotto nelle prossime fiere
Con 175 milioni di litri di vino venduti ogni anno in Italia ed esportati in oltre 80 Paesi nel mondo, Caviro rappresenta la più grande cantina d’Italia. Da quella di Forlì ogni anno escono 150 milioni referenze in brick, 4 milioni di bag in box e 69 milioni di bottiglie. Una grande filiera, 37 mila ettari di superficie, oltre 11mila viticoltori, con l’export arrivato al 30% del fatturato.
In tema di etichette, si guarda a ProWein e Vinitaly e al prossimo futuro, con l’idea di seguire i trend. “Ci saranno novità, su Novebolle vogliamo insistere, sarà un cavallo di battaglia del nostro futuro, ultimamente c’è forte inclinazione sui bianchi” ha sottolineato il presidente. Si osserva poi con interesse il segmento low e no alcohol, che sta conquistando gli Usa. “Non un rischio ma un’opportunità. Siamo l’unico Paese che non ha ancora recepito il regolamento che li disciplina” ha rimarcato Bassetti.