Il primo atto è già stato comunicato ufficialmente da Carrefour in una nota stampa così succinta ( e noiosamente povera) che a confronto il fil dental brasiliano è un pareo per anziani. Carrefour vende l'80% della sua partecipazione in Carrefour China al colosso Suning.com. Stop. Saluti e baci. È più facondo un telegramma.
Il gruppo francese conserva una partecipazione del 20% mantenendo due rappresentanti su 7 nel consiglio di sorveglianza di Carrefour Cina. Ma sembra ovvio che la multinazionale guidata da Alexandre Bompard sta preparando il (o la) Chinexit.
Suning.com è un leader nel cosiddetto "smart retail" con un modello di distribuzione O2O (online-to-offline), basato su una integrazione seamless fra le attività online e la rete fisica. È un modello di business ben conosciuto anche in Francia e soprattutto chez carrefour, senza dimenticare il fatto che l'O2O è stato uno dei leitmotiv, anzi la Führgeschischte di una recentissima edizione di Mapic.
L'uscita (graduale) dalla Cina sembra, dunque, contraddire le strategie omnichannel di Carrefour che hanno portato a un incremento rotondo (+30%) nell'eCommerce alimentare nel secondo trimestre 2019, esclusa la Cina, però, come fa notare la nota finanziaria.
Carrefour ha inaugurato nella periferia parigina una nuova piattaforma per la gestione degli ordini online e un'altra sta aprendo. Gestisce nel mondo 1.501 drive cittadini (100 in Francia) sempre esclusa la Cina. Per il 2022 prevede il roll out di un servizio di consegna a domicilio in tutte le aree urbane con popolazione superiore a 10.000 abitanti. E, infine, giusto per ribadire che l'omnichannel e l'O2O sono parte integrante e sostanziale della strategia 2019-2022, ricordiamo la partnership con Glovo attivata in Francia, Spagna, Italia e Argentina per offrire un servizio consegna in 30 minuti.
Dunque, perché uscire da un mercato come la Cina, che è il mercato del futuro anche per l'Europa?