Acque SpA è l’azienda che gestisce il servizio idrico integrato per 800 mila cittadini di 55 comuni nelle province di Pisa, Firenze, Pistoia, Lucca e Siena. Nata nel 2001, a maggioranza pubblica e con un partner privato, Acea, Acque SpA rappresenta oggi una delle realtà nazionali più solide e avanzate nel settore. La società ha compiuto una scelta coraggiosa: investire per consolidare le infrastrutture idriche a servizio della collettività.
Giuseppe Sardu ne è il presidente dal 2011, confermato nel giugno scorso per un altro triennio. “La sfida principale di questi anni è stata conquistare la fiducia della comunità di riferimento, in primis dei sindaci dei comuni nei quali Acque svolge il servizio – spiega - . Da qui è venuto un riconoscimento importantissimo: l’estensione della concessione fino al 2031, il massimo consentito dalla legge. La seconda grande sfida è stata quella di riuscire a dotarsi nella maniera più adeguata delle risorse finanziarie necessarie per poter attuare un imponente programma di investimenti”.
Dall’inizio della gestione, Acque ha effettuato investimenti per oltre 750 milioni di euro e risulta tra le prime aziende idriche in Italia per investimenti pro capite: 93,5 euro nel 2019, a fronte di una media nazionale di 44,5 euro. Come avete reperito le risorse finanziarie necessarie?
Le risorse finanziarie derivano principalmente dalla tariffa delle bollette, tra le più alte in Italia, i cui ricavi sono destinati per metà a coprire gli investimenti. Quella di applicare tariffe più alte per offrire migliori servizi e realizzare più investimenti è stata una scelta politica consapevole, non facile, coraggiosa, ma che si è rivelata vincente. Ha dimostrato che quando il servizio è buono il cittadino accetta di pagarne i costi. Siamo riusciti così a realizzare una manovra di grande importanza. Nel 2005, un project financing da 255 milioni di euro ci ha consentito di avere immediatamente a disposizione i soldi per realizzare un piano di investimenti. E poi, nel 2019, abbiamo ottenuto un altro finanziamento da 225 milioni di euro, di tipo Corporate, che vede capofila Mediobanca insieme a tutte le principali banche italiane. Per noi è un risultato che testimonia la solidità finanziaria dell’azienda.
Cosa c’è nel futuro dell’azienda?
Oggi Acque guarda verso scenari nuovi, in cui sembra prevalere la voglia di costruire una forte azienda di livello regionale attraverso l’aggregazione di più aziende idriche della Toscana. D’altra parte Acque si avvia verso la fase finale della sua concessione, mentre Publiacqua termina la concessione nel 2024, quindi è il momento di ragionare sul futuro.
L’azienda opera in regime di monopolio. Quali responsabilità implica non avere concorrenza?
Acque svolge un servizio pubblico essenziale e tutti i suoi dipendenti, a partire dal management, devono essere coscienti che questa è una posizione di privilegio, ma anche di grandissima responsabilità, perché non sono i meccanismi di mercato a definire se l’azienda opera bene o no. La prima responsabilità è la trasparenza. Il pubblico, la tua comunità, devono essere posti sempre nelle condizioni di poter avere accesso a tutte le informazioni per poter giudicare correttamente l’operato dell’azienda. Su questo l’informatizzazione e l’uso dei canali social, dove siamo una delle aziende più presenti a livello nazionale, sono di grande aiuto.
Acque Spa parteciperà al Convegno SIMA-Sinergie 2020 “GRAND CHALLENGES: Companies and Universities working for a better society”. In che modo Acque SpA è impegnata in progetti etici e sociali?
Siamo impegnati su due fronti principali. Il primo riguarda i progetti legati alla sostenibilità. Portiamo avanti progetti di educazione ambientale nelle scuole per bambini e ragazzi, come Acqua Buona. L’obiettivo è quello di favorire il consumo di acqua di rubinetto effettuando controlli aggiuntivi sulla qualità dell’acqua erogata nelle scuole e distribuendo borracce: in questo modo riusciamo a contrastare anche l’uso indiscriminato della plastica. Un altro grande progetto che riguarda l’acqua di rubinetto è quello dei fontanelli di acqua ad alta qualità, che ormai sono in tutti i comuni e rappresentano un punto di svolta sia culturale che aggregativo. Inoltre, vivere in un territorio vuol dire anche partecipare alle sue problematiche sociali, e questo è il secondo fronte. Sul tema Covid-19, ci siamo distinti per due interventi: la promozione della bolletta online, accoppiando le esigenze ambientali a quelle legate all’emergenza sanitaria. Abbiamo quindi destinato agli ospedali della Toscana i soldi risparmiati dall’azienda sull’invio delle bollette cartacee, circa 50.000 euro. Poi, in piena emergenza, abbiamo devoluto, tramite i comuni, oltre 800.000 euro immediatamente disponibili, destinati a far fronte alle necessità di famiglie e piccole aziende in difficoltà economica.
Che rapporto avete con l’Università?
Abbiamo un rapporto saldo sia con l’Università di Pisa che con la Scuola Superiore Sant’Anna. Col Sant’Anna abbiamo collaborato sul tema dell’analisi di materialità nell’ambito dei bilanci di sostenibilità e per un progetto di customer engagement, nonché per il master annuale di secondo livello sulla gestione delle risorse dal punto di vista energetico, dei rifiuti, dell’acqua. Sostenere l’alta formazione significa scommettere sui manager, sui tecnici e sugli ingegneri di domani. Quindi è un contributo che diamo a tutta la società. Prendiamo dal territorio ma investiamo anche sulla sua crescita e sulle generazioni future. E credo che per monopolisti come Acque questa sia la maniera migliore di restituire alla comunità qualcosa di importante.
Quali sono, secondo lei, le caratteristiche di un buon manager?
Ne menzionerei due. La prima è quella di sapere fare squadra, di far sì che tutti i dipendenti si sentano parte essenziale di una comunità. Saper creare un clima di fiducia, far crescere la consapevolezza di operare in una realtà importante e di svolgere un servizio pubblico essenziale. La seconda è quella di dare sempre una visione: il manager deve essere capace di mettere insieme una squadra e poi di dare ad essa la certezza di avere davanti un obiettivo, una missione da compiere.