L'obiettivo primario delle aziende rispetto al nuovo strumento dell'intelligenza artificiale (AI) generativa è stato da subito quello dell'efficienza. Ma ridurre le potenzialità della AI generativa per i brand a questo solo parametro è poco produttivo per tutti. Per questo Hotwire con la collaborazione del think tank House of Beautiful Business (Hobb) ha pubblicato il report "Intelligenza artificiale: oltre l'efficienza. Come i brand possono usare la AI generativa per rivoluzionare il proprio calore di marca".
La AI generativa per i brand, spunti operativi
Prima di tutto alcuni dati di contesto:
760 milioni di euro, valore del mercato italiano della AI
90% Percentuale di grandi imprese entro questo mercato
10% Percentuale del mercato equamente ripartita tra Pmi e Pa
61% Grandi imprese con un progetto di AI attivo
18% Pmi con un progetto di AI attivo
11% Imprese che per maturità nell'adozione della AI si possono definire avanguardiste
23% Imprese apprendiste nell'adozione della AI
66% Aziende che sono in cammino verso la AI o non ne percepiscono la rilevanza
22% Le organizzazioni in Italia che hanno un piano di AI definito e allineato al Piano strategico aziendale
14% Consumatori italiani che ritengono di comprendere a pieno la AI tanto da poterla impiegare nella propria vita quotidiana
25% Aziende italiane che considerano l'efficienza dei processi come la motivazione principale per implementare sistemi di AI.
Per qualsiasi brand è molto rilevante la relazione con il consumatore e dunque chiedersi quali benefici tangibili egli si aspetti, e quali benefici emotivi sia possibile trasmettere. Su questa base Hotwire ha definito una matrice di valori che interseca i bisogni dei brand, quelli dei consumatori e le potenzialità della AI generativa.
Il framework di valori per la AI generativa
Autonomia, riconoscimento, impatto e intimità: sono i 4 valori che secondo Hotwire caratterizzano il rapporto tra brand e consumatori, utili per sviluppare una visione della AI che vada oltre la semplice efficienza operativa.
Autonomia - La Ai potrebbe aiutare clienti e dipendenti a ottenere un maggior controllo su sé stessi e sulle circostanze.
Riconoscimento - Il contributo della Ai può andare nella direzione di un maggior ascolto delle persone, e quindi un maggior apprezzamento delle capacità individuali.
Impatto - La AI potrebbe migliorare la vita di clienti e dipendenti in termini sociali, etici e ambientali.
Intimità - La Ai può aiutare il brand a migliorare in questa direzione la relazione con il cliente.
Per ciascuno di questi valori il report presenta dei case study in diversi settori di mercato, così da offrire spunti per le aziende. Per esempio, il Virtual Artist di Sephora che sul volto del cliente offre suggerimenti su come applicare il trucco in maniera professionale. Oppure Nike con le opzioni instore di personalizzazione delle scarpe. Ma anche Coca Cola, Patagonia, Microsoft.
"Quando i marchi guardano oltre l’efficienza facendo leva sul pieno potenziale dell’intelligenza artificiale per arricchire la customer experience, consolidare la fiducia nel brand e posizionarsi come leader, la loro reputazione cresce esponenzialmente - ha detto Beatrice Agostinacchio, managing director di Hotwire per l'Italia e la Spagna -. Comprendere a che punto ci si trova e come poter migliorare il proprio approccio consente alle aziende di coltivare relazioni più forti e autentiche con clienti e società, generando contestualmente risultati significativi in termini di fidelizzazione e revenue”.
Per approfondire i contenuti, il report si può scaricare qui.