Birra artigianale, L’Orso Verde è green e innovativo anche nella produzione

Ha compiuto 18 anni il birrificio artigianale L'Orso Verde, che aumenta la produzione grazie a un nuovo stabilimento e si propone sul mercato con una nuova brand identity

È stato ufficialmente inaugurato fine novembre 2022 il nuovo birrificio L'Orso Verde, che si è insediato nello storico magazzino della Coca Cola di Busto Arsizio (Va). Un passo in avanti sulla strada della crescita, deciso nel 2019 ma che ha dovuto attendere il post Covid per essere messo completamente in atto e frutto di un investimento pari a 1,6 milioni di euro. Lo stabilimento si estende su una superficie di 2.000 mq, a cui si aggiungono 400 mq di tettoia esterna utili per la logistica; attualmente ha una capacità produttiva massima di 450mila litri, destinata a salire a 600mila nel prossimo futuro.

Anche la struttura societaria originaria ha visto dei cambiamenti: al fondatore e mastro birraio, Cesare Gualdoni, sono succedute così professionalità specifiche e nuovi soci che hanno permesso di continuare ed accelerare il percorso di crescita, a cominciare da Andrea Rogora, giovane e motivato beer master, Domenico Lellis, socio di capitali, Christian Conti, direttore generale, Marina Roncarolo, direttrice marketing e comunicazione e il direttore commerciale Paolo Bennici.

Nuova brand identity per L'Orso Verde

Notevole il lavoro di rebranding effettuato dal team che punta su valori del marchio, forte identità aziendale e nuovi obiettivi. Lo storico orso verde cambia il pelo e posizione nel logo, in posizione eretta, con sguardo fiero, rivolto verso il futuro. Le iniziali del birrificio "OV" lo circondano e il motto “Birra Artigianale Indomita dal 2004” punta sulle radici e sulla storicità e tenacia del marchio, che ha saputo superare anche il difficile periodo Covid, quando il principale canale di commercializzazione è di fatto stato chiuso.

Il refresh non si ferma al logo, ma coinvolge anche le bottiglie e le lattine, oggetto di un restyling grafico significativo che punta a valorizzare le diverse personalità delle singole birre attraverso le immagini e i nomi, con un linguaggio più contemporaneo che ha lo scopo di consolidare la forza e lo stile del birrificio in uno scenario oggi più dinamico e competitivo.

L’offerta di BirraOV è ricca di birre singolari: conta ben 22 tipologie diverse tra ipa, ale, doppelbock, bock, helles, bitter, porter, pilsner, gose, witbier. Ognuna ha una propria carta d’identità, che racconta una storia, fatta di sapori, intensità, colori e gradazione diversi, capaci di rispondere a tutti i gusti dei beer lovers. Queste storie sono presentate attraverso etichette uniche, che vogliono trasmettere la ricercatezza e la cura dei dettagli di ogni proposta.

Lo stabilimento 4.0 per la birra de L'Orso Verde

Fiore all’occhiello del nuovo stabilimento è la sala di cottura, un modello top per l’Italia: una Spadoni con quattro vasche automatiche, con impianto di osmosi inversa per la stabilizzazione dell’acqua e una cantina di maturazione e conservazione della birra fermentata in 14 tanks in vari formati da 20 a 40 hl, in grado di garantire continuità nella disponibilità di prodotto, ma soprattutto la qualità caratteristica della BirraOV.

Il capannone è dotato anche di una linea continua di etichettatura e imbottigliamento, di un reparto dedicato al lavaggio e confezionamento automatico dei fusti (sia d’acciaio, sia di plastica), di un reparto di stoccaggio dei malti di base, che vengono macinati e trasportati nei tini cottura in modo automatico. Il nuovo impianto dispone inoltre di due celle frigorifere (ampie 250 m2) e tre uffici con laboratorio interno dedicato all’analisi delle acque, dei mosti e delle birre.

La tecnologia 4.0 consente al Birrificio L’Orso Verde di lavorare in ottica green e di economia circolare: l’impianto di osmosi consente, infatti, di riciclare l’acqua utilizzata per i lavaggi; quello di cottura di riutilizzare l’acqua di raffreddamento mosto per la cotta successiva. Il malto d’orzo esausto, infine, viene direttamente convogliato all’esterno e ritirato da un’azienda agricola che lo utilizza come mangime complementare per vacche da latte, utilizzato per la realizzazione del Grana Padano.

Nel nuovo stabilimento è stata realizzata anche una tap room per la vendita delle birre OV; uno spazio destinato alla degustazione del prodotto attraverso le otto spine (di cui una pompa), che persegue uno degli obiettivi aziendali: rendere il birrificio uno strumento di aggregazione e convivialità.

 

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