Biologico, approfondire il racconto per competere

Stare al passo con la velocità del cambiamento per non perdere valore. Tra sostenibilità, localismo e biodiversità (da Mark Up 297 - marzo 2021)

Uno dei fenomeni più indicativi dell’evoluzione dei nostri stili alimentari è sicuramente il comparto dei prodotti biologici. In pochi anni, è passato da nicchia radical chic a offerta di largo consumo che in Italia ha superato nel 2020 la cifra di 4,3 miliardi di euro, come indicano i dati dell’Osservatorio Sana, a cura di Nomisma, con una crescita costante in tutti i canali e, in particolare, nell’eCommerce. Oggi la dicitura bio è trasversale a tutte le categorie, comprese alcune del non food. Le ragioni di un’ascesa tanto rapida, specie in un mercato come quello italiano caratterizzato da una cultura alimentare ricca e complessa, sono molte. Esistono tuttavia alcuni macro-trend determinati dai nuovi need a livello globale, che si incrociano e sovrappongono con la proposta bio. Proviamo a riassumerli.

LA RICERCA DEL BENESSERE

Il luogo comune che vuole i giovanissimi inconsapevoli e spericolati non è più attuale. Noi tutti, ma soprattutto i giovani nati appena prima del cambio del Millennio e i ragazzi della GenZ, siamo sempre più consapevoli della correlazione diretta tra stile di vita e longevità, in particolare tra alimentazione e salute. La pandemia ha fatto letteralmente esplodere questa certezza. In breve, a un mercato iper-processato si contrappone ora un desiderio dichiarato di semplificare, di ritornare alle origini. Il bio risponde intuitivamente a questa richiesta, che si ispira a una nuova relazione con la natura, meno mediata e dunque più vera e più sana. La tendenza trova il suo apice ovviamente nel baby food, dove ormai il bio è diventato il punto di parità della categoria

SEMPRE PIÙ PREMIUM

Tutto il comparto alimentare si muove verso una maggiore qualità, spinta che passa anche dalla ricerca di nuove formulazioni, ingredienti e abbinamenti inediti, esplorazioni sensoriali interessanti. La curiosità e la voglia di provare cose nuove, presente soprattutto tra i più giovani, hanno portato il mercato verso una dinamicità e un progressivo svecchiamento dell’offerta. Cittadini del mondo, amanti delle contaminazioni culturali e alla costante riscoperta delle proprie origini gastronomiche, i giovani tendono a premiare proposte di qualità. L’offerta industriale tradizionale è ormai ampiamente superata da artigianalità e ingredientistica superiore. Letta in questo contesto, l’affermazione del biologico è dovuta anche al fatto di rappresentare un miglioramento dell’offerta di base, un plus in grado di aggiungere valore ai prodotti.

NUOVA CONSAPEVOLEZZA ETICA

Ci confrontiamo quotidianamente con consumatori e notizie a livello globale e questo ci ha permesso di maturare e allargare la nostra consapevolezza ambientale. Ci schieriamo con i brand capaci di scelte coraggiose, o perlomeno coerenti, e siamo più propensi ad abbandonare le marche che non prendono posizione sui temi che ci stanno a cuore. In questo senso, la scelta di prodotti biologici non è più circoscritta al solo consumo individuale, ma diventa espressione di un impegno concreto verso l’ambiente.

MAGGIORE ESTREMIZZAZIONE

La fotografia di oggi è destinata ad accelerarsi in modo significativo. È lecito quindi sostenere che assisteremo a una sempre maggiore estremizzazione dei concetti appena descritti. E in diverse direzioni. Se osserviamo i trend emergenti, sono moltissime le proposte che soddisfano bisogni più specifici. Questi trend tendono verso due e- stremi solo apparentemente contrapposti: da un lato l’attenzione all’ambiente, dall’altro il bisogno di salute. Se il primo comprende una nuova sensibilità ambientale, l’altro è orientato verso la tecnologia, arrivando addirittura a prefigurare un futuro non troppo lontano in cui gli alimenti saranno disegnati in base ai parametri biochimici di ognuno di noi. Il rischio però è di confondere: non basteranno più le etichette e le denominazioni autocertificanti, tipiche dello scaffale di oggi. I brand dovranno accompagnare il consumatore, guidarlo verso una scelta che diventerà sempre più articolata, gerarchizzando i benefici per l’ambiente e per le persone. In un futuro prossimo, quando l’offerta bio rappresenterà la base del mercato, il rischio è restare generici, non essere più significativi.

DIVERSE NARRAZIONI

Esiste quindi l’opportunità di rafforzare l’immaginario “buono”, approfondendo e allargando il suo racconto. Se il biologico non intraprenderà questa strada, perderà la sua rilevanza. Questo allargamento può avvenire attraverso diverse narrazioni, anche sovrapposte tra loro:

  • Sostenibilità
  • Localismo
  • Biodiversità

Se il biologico non sarà in grado di rinnovarsi e stare al passo con la velocità di cambiamento del mercato, il suo destino sarà la “normalizzazione”, che comporta il lasciare spazio a nuove e più eclatanti certificazioni che già premono alle porte, attestandosi sempre più. Pensiamo a tutta la famiglia dei pro e post-biotici, tanto per citarne una. Mai come oggi guidare l’innovazione significa ripensare all’intera catena del valore, per proporre prodotti e servizi realmente sostenibili, in grado non solo di non produr- re effetti dannosi sull’ambiente, ma addirittura di migliorarlo. Lo chiedono e lo chiede- ranno sempre di più i consumatori, determinati a segnare una svolta ecosostenibile nei consumi e negli stili di vita e di pretendere altrettanto dai brand, anche da quelli bio.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome