Sono stati 539.000 i poveri che, nel corso del 2018, non hanno potuto affrontare le spese mediche. E 14 milioni gli italiani che, anche senza problemi economici, hanno preferito risparmiare su visite e controlli. Per un’Italia che, complessivamente, investe poco in prevenzione. Sono, queste, alcune fra le principali evidenze emerse dal Rapporto 2018 - Donare per curare: Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci, promosso dalla Fondazione Banco Farmaceutico onlus e BFResearch.
Le famiglie bisognose destinano alla salute solo 117 euro l’anno, contro gli oltre 700 euro annui stanziati dai restanti nuclei familiari. Al contempo, per le famiglie indigenti la quota principale di spesa sanitaria è rappresentata dai medicinali: 12,30 euro mensili, pari al 54% del totale. Mentre il resto delle famiglie destina ai farmaci solo il 40% della spesa sanitaria, perché investe maggiormente in prevenzione.
Particolarmente sintomatica le spesa delle persone in stato di indigenza per i servizi odontoiatrici, mediamente più cari e quindi meno abbordabili: 2,4 euro mensili, contro i 25 euro della media nazionale.
In generale, la strategia del risparmio coinvolge circa 6 milioni di famiglie e 14 milioni di individui, configurandosi come un vero e proprio comportamento di massa. Nel triennio 2014-16 la percentuale di italiani, non poveri, che ha limitato il numero di visite è passato dal 24 al 20%. Nonostante ciò, si regista una progressiva divaricazione tra la spesa pubblica (in riduzione) e quella privata (in aumento): la quota di spesa per assistenza farmaceutica non sostenuta dal Ssn e a carico totale delle famiglie è passata dal 37% dello scorso anno al 41% attuale.