Assobioplastiche precisa sulla sentenza della Corte Ue

È sempre più ampio l’assortimento – firmato dal brand DOpla – di stoviglie in plastica reusable colorati, lavabili a mano e in lavastoviglie, riutilizzabili fino a 20 volte
Bocciata la normativa italiana del 2013, con la quale il nostro Paese ha vietato la commercializzazione di sacchetti monouso fabbricati con materiali non biodegradabili

La Corte di giustizia europea ha bocciato la normativa italiana del 2013, con la quale il nostro Paese ha vietato la commercializzazione di sacchetti monouso fabbricati con materiali non biodegradabili. La legge nazionale, secondo la Corte, ha violato il diritto comunitario, anche se viene riconosciuto che l’intervento italiano “può essere giustificato dall’obiettivo di garantire un livello più elevato di protezione dell’ambiente”, ma solo “a condizione che sia basata su prove scientifiche emerse successivamente” all’adozione di una norma Ue.

La posizione dell’associazione di settore

A questo proposito, Assobioplastiche evidenzia che la sentenza riguarda esclusivamente la vecchia normativa nazionale, “che da tempo non è più in vigore” e che “venne adottato dall'Italia quando ancora non era stata emanata la direttiva shopper 2015/720, che contempla espressamente la possibilità per gli Stati di vietare i sacchetti di plastica”.

L’associazione di settore sottolinea che “si tratta di un giudizio relativo quindi a normative già abrogate e del tutto superate dalle nuove e in cui, peraltro, la bocciatura della Corte è su aspetti formali e procedurali (errori nel processo di notifica all'Ue)”.

Si è contestato all'Italia di aver adottato detti divieti "troppo presto", ossia prima che l'UE stessa prevedesse i divieti con la direttiva shopper 2015/720.

Una decisione attesa

"Ce l'aspettavamo - commenta Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche - ma, per sgombrare il campo da equivoci, è bene sottolineare che la sentenza riguarda il "vecchio" ordinamento. La normativa europea sugli imballaggi è, com'è noto, nel frattempo positivamente evoluta e ora c'è la direttiva shopper, che consente i divieti e obbliga gli Stati a intervenire sui sacchetti. Il decreto ministeriale del 2013 contestato non c'è più e c'è una nuova normativa di recepimento della direttiva shopper, che non è messa in discussione dalla sentenza”.

Da qui la precisazione “che l'attuale normativa sulle bioplastiche che recepisce la direttiva shopper del 2015 è perfettamente in vigore avendo seguito tutte le procedure previste”.

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