Rifornimento e ristoro autostradali sono in crisi già da qualche anno. Le aree di servizio hanno infatti registrato nel periodo 2011-2013 un calo di fatturato in media del 35%, parallelamente a una perdita del 15% circa per la ristorazione in piazzola. Da qui l’atto di indirizzo del governo del 29 gennaio che, come riportato da Libero, si avvia a una sostanziale ristrutturazione del settore condotta da Maurizio Lupi e Federica Guida. Quest’ultimo darà infatti alle concessionarie autostradali facoltà di tagliare entro fine anno di tutte quelle aree di servizio del comparto carburante che fatturano meno di 2 milioni di euro, con conseguente previsione di chiusura del 30% delle aree di sosta. Tale chiusura potrà avvenire rispettando una distanza massima tra aree di servizio che non potrà essere superiore a 50 chilometri, mentre oggi è di circa 29, e sarà consentito l’accorpamento tra stessi servizi presenti in aree diverse entro i 100 chilometri per il carburante e 150 per la ristorazione.
Si tratta di una decisione che non interviene sulla relazione tra concessionarie ed erogatori e che anche per questo non ha mancato di suscitare polemiche, in particolare da parte delle associazioni di categoria, che intravedono nella stessa un atto di favoritismo antimeritocratico e che tratta un bene pubblico alla stregua di uno privato.