Il comparto del tonno in scatola è uno dei più strategici dell'alimentare italiano tanto che l'Italia è il secondo produttore europeo dopo la Spagna nonché uno dei più importanti mercati per il consumo di questo alimento a livello globale. I numeri del settore si stanno riallineando allo scenario del pre-Covid, facendo emergere una sostanziale stabilità: la produzione nazionale di tonno in scatola si è attestata su 73.581 tonnellate (-0,91% sul 2019) e le esportazioni hanno raggiunto quota 27.926 tonnellate (+8,65% dal 2019) mentre a valore, il mercato è stato di 1.674 milioni di euro (+8% sul 2022 e +26,34% sul 2019, causa lo choc inflazionistico) per un settore che conta più di 1.500 addetti.
I consumi sul retail in linea con il 2019: buoni i trend per il tonno al naturale
I consumi sul canale retail (GDO + Discount) parlano di vendite a volume per il tonno sott'olio e al naturale di quasi 111.000 tonnellate (praticamente in linea con le 111.425 tonnellate del 2019, segnando un -4,59% sul 2022), a fronte di un valore totale di mercato, che include tutti i canali, di circa 1.674 milioni di euro (+7,6% sul 2022 e +20% sul 2019). Analizzando le tendenze per singolo prodotto, a fronte di una stabilità del tonno all'olio (e fase di assestamento che ha avuto dei picchi importanti nel 2020-2021), si registra un leggero incremento del tonno al naturale (probabilmente per ragioni salutistiche), con un tonno in scatola ricettato che ha mantenuto.
"Il mercato si sta riposizionando rispetto al pre-Covid – afferma Giovanni Battista Valsecchi, presidente di Ancit - Il 2023 non è stato un anno facile per il comparto delle conserve ittiche, con uno shock inflazionistico che ha generato una perdita dei volumi sui mercati. Ma al di là delle difficoltà che il mercato sta vivendo, i consumi a volume sono rimasti sostanzialmente stabili e che, nel frattempo, l'industria è andata avanti nella direzione di nuovi prodotti e dell'innovazione. Siamo di fronte ad una fase di assestamento che non ha ancora trovato un suo punto di caduta definitivo, per un auspicato rilancio del comparto. L'andatura del mercato nazionale si conferma anche nell'export, in corso di assestamento con valori comunque superiori al 2019. Il punto di caduta rispetto al 2019 è comunque positivo”.
Conserve ittiche e circular economy: un comparto virtuoso dell'industria italiana
L'industria italiana delle conserve ittiche è costantemente impegnata a razionalizzare i processi produttivi e rendere sempre più efficiente l'impiego delle risorse, dei residui di lavorazione e dell'energia. Il tonno in scatola possiede diverse prerogative di sostenibilità, con un ciclo produttivo a basso impatto ambientale, un limitato impiego di acqua ed energia e il riutilizzo dei residui di lavorazione in importanti settori produttivi, diventando un esempio virtuoso di circular economy. Nell'industria delle conserve ittiche, del pesce non si butta via niente. Grazie all'upcycling e ai processi innovativi, una volta selezionata la porzione di pesce da destinare all'inscatolamento (43-45% del totale), il resto del tonno pescato (pari a oltre il 50% - carne rossa, pelle, scheletro, testa, ecc.), può essere trasformato in numerosi co-prodotti destinati all'alimentazione e/o utilizzati nella farmaceutica, nutraceutica e nella cosmesi.
Italiani virtuosi nel riciclo: avviate nel 2023 428.043 tonnellate di imballaggi in acciaio
Le scatolette di tonno sono fatte di materiali - alluminio e acciaio - riciclabili al 100% all'infinito senza perdere le proprie intrinseche qualità. L'Italia è il Paese che più di ogni altro in Europa ricicla, arrivando al 71,5% effettivo, ottenendo nel 2023 risultati straordinari con un nuovo record: sono state avviate a riciclo 428.043 tonnellate di imballaggi in acciaio (+2% rispetto all'anno precedente), sufficienti per realizzare circa 4.280 km di binari ferroviari, in grado di coprire idealmente la distanza tra Siena ed Edimburgo, permettendo di risparmiare 6.625 TJ di energia primaria e di evitare l'emissione di 539.000 tonnellate di CO2. Sono stati raccolti in media 4,8 Kg di imballaggi in acciaio per abitante, attestandosi su un tasso di avvio a riciclo degli imballaggi in acciaio pari all'87,8%, superando ampiamente già oggi l'obiettivo europeo dell'80% fissato per il 2030 (dati RICREA - Consorzio nazionale per il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Acciaio, uno dei 7 consorzi di filiera del Sistema Conai).