Aggiornamento all'11 maggio 2021
La gdo sul fronte della sostenibilità ambientale e alimentare ha ancora tanto da fare sia a livello di processi e filiera, sia in termini di prodotti e comunicazione trasparente con il consumatore finale, che dal settore si aspetta un ruolo di maggiore guida. Nei banchi e sugli scaffali dei supermercati, invece, si trovano ancora referenze con diciture suggestive ma quanto meno discutibili, come nel caso della carne "senza l’uso di antibiotici negli ultimi 4 mesi" (qui alcune indicazioni sul tema di Ciwf - Compassion in World Farming - Italia Onlus), oppure del pullulare di claim come "naturale" e "artigianale", spesso fuorvianti rispetto al retro dell'etichetta e a quello che è il reale processo produttivo.
Un contesto che apre al dibattito su quale sia il giusto confine tra astuzia pubblicitaria e meno lecita affabulazione, ma anche su come gli stessi player necessitino di sviluppare maggiori competenze interne lato sostenibilità, per agire di conseguenza.
Questa la doverosa e necessaria premessa prima di parlare dell'impegno green di una o più catene della gdo. Impegno che, sebbene connotato da una certa immaturità, si compone anche di iniziative concrete. Guardando nello specifico a Coop, il "percorso verde" dell'insegna si è rinnovato, lato comunicazione, con il più ampio posizionamento responsabile e responsabilizzante della "buona spesa che può salvare il mondo", cui sottendono una serie di progetti e politiche specifiche che vanno dai fornitori allo scaffale.
Da ultimo, l'arrivo da metà giugno 2021 nei punti di vendita della bottiglia di acqua minerale a marchio Coop realizzata con il 100% di plastica riciclata e tappo non separabile. Un obiettivo raggiunto dal retailer in linea con l’adesione varata tre anni fa alla “Pledging Campaign” voluta dall’Unione Europea per l’implementazione del mercato della plastica riciclata. L'investimento seguito all'abolizione del limite del 50% di plastica riciclata vede attivo sullo stesso tema anche un big dell'industria come Coca-Cola, pronta ad estendere la sua prima bottiglia realizzata con il 100% di plastica riciclata a tutte le referenze del brand.
Nel 2021 Coop ha anche rinnovato il progetto lanciato nel 2020 "Un mare di idee per le nostre acque", che ha l’obiettivo di collocare 34 dispositivi cattura-rifiuti "seabin", in partnership con LifeGate, nelle acque di mari, fiumi, laghi per ridurre l’inquinamento da plastica e microplastiche. Il traguardo prefissato è recuperare in un anno 23 tonnellate di rifiuti, incluse plastiche e microplastiche, pari al peso di circa 1.500.000 bottiglie, anche grazie ai 12 dispositivi già posizionati nel 2020.
Il piano di sostenibilità complessivo di Coop, che ha una sezione online dedicata, poggia su quattro grandi obiettivi connessi a quelli dell'Agenda 2030. Tra questi, l'area della produzione e del consumo sostenibili, che si suddivide a sua volta in 10 ambiti d'azione, dove la riduzione della plastica per la mdd e per la collettività è solo un di cui. Per ogni ambito d'azione si specificano numeri e risultati raggiunti, ma anche i prossimi traguardi in vista. Vediamone alcuni.
Sul fronte della riduzione degli sprechi alimentari, ad esempio, sono previste nuove azioni di economia circolare, quali il recupero del pane industriale per produrre pane grattugiato e un progetto pilota che riguarderà il residuo del caffè dei bar “Buona pausa”. Ad oggi, l'85% dei rifiuti nei punti di vendita sono avviati a recupero o riciclo.
Lato risparmio energetico, il 2021 guarda a 152 interventi di efficientamento energetico su rete di vendita e sedi e a 14,5 Gwh di energia rinnovabile autoprodotta. In merito all'offerta, poi, continuano lavori come quello sui pesticidi, con l'obiettivo 2021 di 24 punti di vendita con "certificazione vendita ortofrutta bio sfusa" e 39 referenze "no glifosato/pesticidi". Coop promette anche che, in quanto a sensibilizzazione dei consumatori, le "azioni di marketing come la nostra raccolta punti e le iniziative legate alle collezioni parleranno sempre più il linguaggio della sostenibilità".
Passando a uno sguardo territoriale e a iniziative più ampie e condivise, merita una menzione d'interesse l'Emilia Romagna, dove è attivo il progetto regionale Climate ChangE-R, che ha un costo di 1.853.000 euro finanziati al 50% dall'Unione Europea e per l'altra metà dai partner, tra i quali oltre a Coop figurano Barilla, Granarolo, Apoconerpo, Cso, Consorzio del Parmigiano Reggiano, Parmareggio e Unipeg. L'iniziativa affronta il tema dell'impatto ambientale dei gas serra in una logica di sistema, all'insegna di una maggiore integrazione tra produzioni vegetali e allevamenti zootecnici. Al centro la definizione di un "Manuale di buone pratiche", misurate secondo una analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, LCA).
Infine, a maggio 2021 Coop ha avviato la campagna “Ogni ape conta”, volta a proteggere le api e a favorire la biodiversità. Quest'ultima si associa alla tutela di oltre un miliardo di api e a una ricerca scientifica su larga scala che include per la prima volta tutta la filiera. Coinvolte le aziende agricole fornitrici di Coop, Conapi, LifeGate e l’Alma Mater Studiorum- Università di Bologna.