Gentile Direttrice,
cinquant'anni fa, nell'epoca delle automobili, Carrefour rivoluzionò il commercio inventando l'ipermercato. Oggi, nell'epoca dei computer, Amazon lo sta facendo con l'eCommerce. Ma oggi tutto va talmente veloce, che si teorizza che siamo già oltre, nell'era post pc, quella del mobile e del multi schermo. Non credo che nel nostro Paese la risposta a questi cambiamenti possa essere una presunta diversità degli italiani rispetto ai cittadini/consumatori francesi, spagnoli, tedeschi, inglesi o americani. Non credo nemmeno che reali gap -certamente da colmare rapidamente- di diffusione di internet e ritardi infrastrutturali possano farci dire che questo da noi non succederà. Il processo di digitalizzazione sta già avvenendo. Non è più una questione di “se”, nemmeno di “quando”: è solo una questione di “come”.
Quarant'anni fa, l'avvento del codice a barre ha cambiato il modo di fare business nel largo consumo; oggi sta partendo una seconda rivoluzione, quella della condivisione delle (tante) informazioni e delle immagini di prodotto. Condivisione che non riguarda più solo il B2B, ma che coinvolge anche il consumatore, affamato di informazioni e “naturalmente” multicanale.
Questi cambiamenti possono spaventare (all'inizio, come tutti i cambiamenti), ma non devono lasciare spazio ad alibi. Il toro va preso per le corna. GS1 a livello globale sta facendo la sua parte: è stato varato il progetto “GS1 Digital” che ha l'obiettivo di indicare come il sistema degli standard e le sue regole debbano attrezzarsi per portare valore anche nel mondo digitale. Anche in Italia siamo partiti con il progetto ”Immagino” per la condivisione delle immagini e delle informazioni di prodotto fra Industria e Distribuzione, anche grazie alla spinta della normativa europea 1169.
Il numero di prodotti già fotografati ed inseriti nel sistema è incoraggiante, ma c'è bisogno di costruire rapidamente una consistente massa critica perché diventi una reale soluzione di filiera con benefici per tutti.