Anche l'Italia è entrata a far parte dei mercati di largo consumo a sistema misto come, in precedenza, i principali Paesi europei. Accanto agli assortimenti impostati sulle marche industriali convivono quelli caratterizzati dal portfolio di marche del distributore. Non è certo una novità visto che da almeno un decennio ci si è avvicinati al traguardo con decisione. Quel che cambia, ora, è la consistenza economica del fenomeno, rilevante per peso e dinamiche di evoluzione.
Il comparto
Le marche del distributore in Italia raccolgono alle casse un valore di poco inferiore ai 10 miliardi di euro, in grado di coprire un quinto della quota di mercato. Attenzione però: i retailer che più incidono nel mercato italiano vantano per gli store brand una quota che ha già superato il 25% medio: il che significa un peso e un'incidenza estremamente più elevati all'interno di determinati punti di vendita, di determinate categorie e di determinati segmenti. Anche sopra quota 50%: in linea, come si è detto, con quanto avviene nei mercati europei più esposti ai retailer brand.