Trascorriamo sempre più tempo online (dalle 13 ore alla settimana in media negli Usa alle 30 ore nel Regno Unito). Sono aumentati i canali di accesso, con la sempre più ampia diffusione degli smartphone. Risultato: Internet si rende sempre più indispensabile, e viene a scovarci ovunque, in viaggio, sull’autobus, al supermercato. Le aziende intravedono le potenzialità di questo stato delle cose. Perché trovano un cliente sempre più avido (e avvezzo) a cogliere contenuti digitali e quindi ben disposto, da un lato. E perché in termini di comunicazione il web non solo fa bene all’immagine, ma presenta notevoli vantaggi in termini di velocità d’accesso, aggiornabilità, possibilità di correggere e modificare i contenuti, multimedialità.
Come nei film di fantascienza insomma l’interazione tra mondo reale e digitale fa sempre più parte della vita di ognuno di noi. Ma quali sono le tecnologie che rendono possibile tutto ciò?
Un “vecchio” codice nato in Giappone
Il QR Code o Codice QR è una tecnologia relativamente “anziana”, nata in Giappone nel 1994 nell’industria automobilistica. E in Asia è diffusissimo e utilizzato da anni (anche perché la compagnia proprietaria, la Denso Wave, ha deciso di renderlo liberamente riproducibile, tanto che sono molti i siti in cui gratuitamente si può creare il proprio Qr Code). Si tratta di un codice a barre bidimensionale che, “fotografato” con l’apposito software da uno smartphone o da un lettore, rimanda direttamente (QR significa quick response, non a caso) a un sito, a un’immagine o a un testo (un buono sconto, un messaggio pubblicitario o quant’altro). Gli usi di questo quadrato bianco e nero che trovate sempre più spesso nelle pagine di riviste o giornali (serve per approfondire l’argomento trattato in un articolo) sono molteplici (vedi box) ma si riassumono così: fare accedere il cliente a contenuti digitali che generalmente gli sono utili in quel posto e in quel momento.
Oltre ad usare sempre più i QR code, in Europa sono stati creati altri codici binari come il francese flashcode (l’azienda produttrice MobileTag ha recentemente - e saggiamente dato il rischio Babele-dei-codici - presentato un lettore universale di codici a barre) o lo ShotCode creato all’università di Cambridge. Data Matrix è utilizzato negli Stati Uniti, e in Giappone già da tempo si parla del Fine Print Code, un codice “invisibile” formato da una griglia di sottilissime linee che può essere sovrapposto a una foto o a un’immagine senza essere percepito.
i-Flyer per navigatori pigri
Il passaggio dal cartaceo al digitale è sempre difficoltoso, dicono le ricerche. Per superare questo problema Equent (www.equent.it) ha ideato i-Flyer, volantino “tecnologico” creato per spingere l’utente riluttante ad andare a visitare il sito del prodotto o della campagna pubblicizzata. Anche più volte, magari allettandolo con promesse di coupon, sconti o concorsi a premi. Il tutto avviene tramite una chiavetta USB fustellata che è parte integrante del depliant: una volta inserita nel Pc, indirizza l’utente direttamente alla pagina web predisposta dall’azienda, o al catalogo online o comunque a contenuti multimediali o pdf scaricabili. Un risparmio per le aziende, perché consente di mantenere lo stesso supporto cartaceo aggiornando nel tempo i contenuti sul web.
Dall’immobiliare all’arte i mille usi del qr code
Ecco alcuni utilizzi del sempre più diffuso codice QR, fotografati in giro per il mondo:
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