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Da questo numero MARK UP inizia a prendere in considerazione i prezzi dei prodotti a peso variabile dei comparti freschi, proponendo un raffronto su un ampio campione di insegne di format diversi (ipermercati, superstore e supermercati). Limita però la quantità dei prodotti a ben precise famiglie di articoli.
Iniziamo con la frutta fresca di stagione, che al momento della rilevazione è costituita quasi per intero da mele e pere, completandola con l’uva da tavola e i cachi. Gli articoli individuati sono 16 e per essi è stato possibile effettuare un raffronto sufficientemente omogeneo. Quando il prodotto era presente con le stesse caratteristiche, sia sfuso sia confezionato, si è considerato il prezzo più basso.
Si tratta di prodotti sostanzialmente anonimi e quasi mai del tutto uguali. Le rilevazioni si riferiscono a prodotti con identiche denominazioni commerciali, con caratteristiche merceologiche simili e in buono stato di freschezza e di conservazione.
Nel complesso si registra un livello di valori abbastanza equilibrato, anche se, qua e là, si notano prezzi che si discostano sensibilmente dai valori medi, quasi sempre verso l’alto, come le mele golden di Gs (+10% rispetto al prezzo più vicino), le pere abate di Carrefour (+23%), l’uva di Pam (+22%), i cachi di Sma (+26%), ma talvolta anche verso il basso, come alcune varietà di mele e di pere di Ipercoop.
Le osservazioni. Fatta eccezione per Esselunga, che vende solo ortofrutta preconfezionata (salvo qualche variante di biologico), tutti gli altri offrono prevalentemente prodotti sfusi; alcune insegne, però, offrono un’ampia scelta di entrambi. Il servizio invece non è lo stesso per tutte: solo due insegne si fanno carico di pesare la merce sfusa con proprio personale. Anche l’esposizione dei prezzi è abbastanza simile, con netta prevalenza dell’uso di lavagne; Ipercoop ed Esselunga prediligono invece l’uso di cartelli.
Le provenienze sono invece poco segnalate ed è più facile notarle sui cartellini applicati ai preconfezionati che non su quelli, più grandi, per gli sfusi. Alcuni prodotti sono indicati come provenienti da filiere controllate dall’insegna e accompagnati talvolta con appositi cartellini illustrativi o con un proprio marchio (per esempio Naturama per Esselunga).
Il layout e il display tendono a riprodurre l’immagine del mercato rionale, con grandi cascate dei prodotti più significativi in isole omogenee. Più problematica è invece la pulizia dell’intera area.
Quanto al livello qualitativo, al di là del fatto che si sono presi in considerazione solo prodotti di qualità media, risulta, appunto, medio, con estensioni di preferenza verso il basso e raramente verso l’alto.