
L’industria della moda si trova di fronte a una trasformazione profonda, trainata dalle normative europee e dalla necessità di adottare modelli di produzione e consumo più sostenibili, grazie anche al supporto di alcune leve tecnologiche specifiche come intelligenza artificiale, piattaforme per la tracciabilità e digital product passport. Sono questi i punti chiave su cui si è focalizzato il Monitor for Circular Fashion (M4CF) di Sda Bocconi nel suo Report 2024/2025, evidenziando quali siano in effetti le sfide e le opportunità che le aziende del settore devono affrontare per integrare la circolarità nei loro processi.
Il quadro normativo europeo e le sfide per il settore
L’analisi del M4CF, cui aderiscono 28 aziende, rappresentanti un fatturato complessivo di 34 miliardi di euro, si concentra sulle quattro aree principali di impatto per le aziende della moda: Ecodesign, Biodiversità, Impatto sociale e Governance. In un contesto normativo in continua evoluzione, che include regolamenti come Ecodesign, Eudr (European Deforestation Regulation), Passaporto Digitale (Digital Product Passport), Green Claims, Nature Restoration Law e Due Diligence Directive.
Nella piena consapevolezza che la circolarità sia ormai un aspetto strategico per le imprese del comparto, dal report emerge chiara la necessità e l’importanza di un approccio olistico, che tenga conto di tutti gli aspetti della circolarità, dalla progettazione del prodotto alla gestione della fine vita, passando per la tracciabilità della filiera e il coinvolgimento dei consumatori.
Tecnologia e circolarità: intelligenza artificiale e tracciabilità
La tecnologia emerge come il fattore abilitante principale per la circolarità. Nei prossimi tre anni, il Monitor prevede una crescita significativa nell’adozione di strumenti tecnologici. L’intelligenza artificiale è destinata a registrare un incremento del 31%, diventando sempre più centrale nell’ottimizzazione dei processi produttivi, nella riduzione degli sprechi e nel miglioramento della gestione delle risorse. Le piattaforme online dedicate alla circolarità seguiranno con un aumento del 19%, facilitando la condivisione e il riuso dei materiali, mentre le piattaforme per la tracciabilità cresceranno del 12%, risultando essenziali per garantire trasparenza e conformità alle normative.
Un ruolo centrale in questo contesto è giocato dal Digital Product Passport (Dpp), uno strumento che, a partire dal 2027, diventerà obbligatorio in Europa e consentirà ai consumatori di accedere a informazioni dettagliate sulla provenienza e l’impatto ambientale dei prodotti acquistati.
Proprio su questo punto si concentra un’indagine condotta da Certilogo in collaborazione con il M4CF, che ha coinvolto 1.741 consumatori con l’obiettivo di valutare il valore percepito del Digital Product Passport. I dati rivelano che il 49% degli intervistati ha già familiarità con il Dpp, mentre il 71% ritiene che questo strumento possa incrementare la fiducia nei brand. Tra i principali ostacoli all’acquisto di abbigliamento sostenibile emergono il costo, indicato dal 37% dei partecipanti, il timore di contraffazioni, segnalato dal 29%, e il rischio di greenwashing, che preoccupa il 22% degli intervistati.
Dati che senza dubbio evidenziano la necessità di aumentare la trasparenza e l’accessibilità delle informazioni sui prodotti, favorendo scelte di consumo più consapevoli.
Indicatori di misurazione e progetti di circolarità
Uno degli aspetti interessanti del lavoro svolto nello sviluppo del report è la definizione di Kpi (Key Performance Indicator) specifici per misurare l’efficacia delle strategie di circolarità. Attraverso questi indicatori, le aziende possono verificare e confrontare i risultati delle loro iniziative. In particolare, i Kpi identificati si basano su quattro principi chiave: riduzione dell'uso delle risorse, attraverso la progettazione di prodotti realizzati con materiali a basso impatto; rigenerazione delle risorse, attraverso l'impiego di materiali atossici; rallentamento del ciclo, per garantire una maggiore durabilità fisica dei prodotti; chiusura del ciclo, attraverso l’integrazione di materiali riciclati nel design.