Unieuro, ormai francese, ha una rete di 272 punti di vendita diretti, cui bisogna aggiungere 254 affiliati. Molti di questi punti di vendita sono nei centri commerciali. E molti di loro gradirebbero sapere quali sono le nuove strategie Unieuro per l'Italia: business as usual o banner flip? Speriamo non quest'ultima. Il nuovo cda ha nominato Maria Bruna Olivieri responsabile Italia al posto di Giancarlo Nicosanti Monterastelli che si gode la pensione anche con le buonuscite della sua partecipazione azionaria (aveva acquistato oltre 100.000 azioni). Maria Bruna Olivieri è una manager brava, di alta formazione scientifica (laureata in fisica), scelta da Nicosanti stesso, una top manager cresciuta in Unieuro, e che, fra le altre cose, ha avviato la trasformazione digitale. E la conferma di Maria Bruna Olivieri da parte della nuova proprietà transalpina testimonia non solo la continuità, ma anche la fiducia accordata da Fnac-Darty al top management italiano. Domenica 26 gennaio 2025, è apparsa sul Corriere della Sera un’intera pagina dedicata a Giancarlo Nicosanti Monterastelli, ex ad di Unieuro, anzi timoniere di una catena che, già dai tempi di Oscar Farinetti, oggi patron di Eataly, ha fatto la storia della grande distribuzione specializzata in elettrodomestici ed elettronica di consumo. Farinetti uscì dal business dell’eldom nel 2002 vendendo Unieuro, l’insegna del padre, nella quale aveva lavorato sin da ragazzo nel 1978, per ritornare con perfetto tempismo alla passione originaria -il food, il cibo, le tradizioni enogastronomiche- e tipica del suo territorio di nascita, Alba e le Langhe.
Tutto ebbe inizio a Forlì
Ma ritorniamo a Nicosanti. Il paginone commemorativo è una sorta di ringraziamento da parte del team aziendale a un manager che ha contribuito, insieme a tutti i dipendenti e collaboratori, a far crescere un’insegna storica, ma piccola in origine, portandola poi in Borsa. Ultimo atto: la cessione a Fnac-Darty, inaspettata (fino a circa metà luglio del 2024) per molti: l’Opas del gruppo francese è stata divulgata pochi giorni dopo la presentazione dell’iniziativa congiunta Unieuro-Fiat sulla nuova Topolino elettrica (siamo nell'estate 2024). Nessuno in quell’occasione sospettava che bollisse già da tempo nel pentolone delle decisioni strategiche la vendita di Unieuro a un retailer francese che già aveva tentato lo sviluppo in Italia, ritirandosi pochi anni dopo.
La favola di Unieuro ebbe inizio a Forlì, piena Romagna, Romagna vera. “A 23 anni ha cominciato come commesso, quando eravamo poco più di dieci persone e sull’insegna c’era scritto “Marcopolo”. (…) Per Unieuro ha fatto di tutto: il ragazzo di ramazza, con due esse, come si dice in romagnolo, quello che spazza il pavimento, il ragioniere, il capo contabile, l’amministratore delegato, il presidente e il primo tifoso della nostra squadra di basket”.
Nicosanti aveva già rievocato il suo curriculum quasi forrestgumpiano in un convegno di Confimprese, molto bello, ricco di temi (si spaziava dal metaverso all'Aristocrazia 2.0, giusto il titolo di un libro di Roger Abravanel che Mario Resca ha presentato in quell'occasione). Giancarlo Nicosanti ha fatto osservazioni interessanti, per esempio sulla difficoltà di reperire personale soprattutto in certe stagioni, i bassi stipendi anche, se non soprattutto, nei settori retail e ristorazione: Giancarlo Nicosanti Monterastelli disse a Barbara Lunghi, Head of Primary Markets Borsa Italiana che lo intervistava, che lo stipendio medio mensile di un commesso Unieuro è di 1.211 euro; mentre negli Usa il divario tra la media delle più alte retribuzioni del mercato e gli stipendi dei lavoratori è di 1 a 1.000/1.200! (Questo rapporto all'altezza del 2000-2001 era di 1 a 600). In un paese come l’Italia -che sembra rimasto fermo agli anni Cinquanta- dove l'ascensore sociale e culturale è bloccato al sottoscala da almeno vent'anni, Nicosanti è un'eccezione, una felice anomalia, non la regola. Quarant'anni in Unieuro, dove è entrato nel 1982 come commesso: una favola che i giovani racconteranno ai figli come si legge Cenerentola o Biancaneve.