Nomisma, il packaging un caleidoscopio di valori

Side view of white supermarket shelves with products in mock up bottles and boxes. Concept of trade and business. 3d rendering
Le principali evidenze raccontate dall'Osservatorio Packaging Largo Consumo di Nomisma. L'impegno alla riduzione degli sprechi

La tendenza a un packaging sempre più sostenibile nelle preferenze dei consumatori non è certo una novità di questi ultimissimi anni. Il percorso delle aziende che operano nella grande distribuzione è intrapreso da tempo. Ma ciò che si evidenzia con sempre maggiore forza nel settore è come questa stia diventando una scelta sempre più determinante nell'orientare le dinamiche di consumo, tanto che ben sette italiani su dieci sono guidati da un packaging green nei propri acquisti alimentati. È questo uno dei risultati più indicativi messi in luce dalla recente ricerca condotta dall’Osservatorio Packaging del Largo Consumo. Uno strumento di approfondimento per studiare il tema del packaging dal punto di vista della sostenibilità ambientale, proponendo analisi e misurazioni per valutare le scelte di acquisto dei consumatori e guidare le strategie di business aziendali, che è stato messo a punto da Nomisma, società di ricerca nata nel 1981 e composta oggi da oltre una cinquantina di professionisti, collaborando alla consulenza di più di 500 imprese, associazioni e istituzioni pubbliche.

Scelte sostenibili

In particolare, questa edizione 2025 dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma ha coinvolto oltre mille responsabili di acquisto, tra i principali retailer presenti sul territorio italiano, interessando con i suoi risultati i principali esponenti dell'industria del packaging, così come dell'industria alimentare e della distribuzione.
“Il cibo rappresenta oggi un caleidoscopio di valori”. Sottolineano dall'Osservatorio, indicandone l'importanza, non solo come nutrimento, ma anche in termini di convivialità, piacere, strumento di prevenzione e benessere, e appunto come “occasione per attuare scelte sostenibili.” In questo senso, riduzione degli sprechi alimentari, preferenza per prodotti locali, packaging sostenibili o sfusi, risultano essere alcune delle scelte più diffuse, volte al fine di diminuire il proprio impatto ambientale in campo alimentare.
Per il 79% del campione infatti, gli acquisti food risultano essere uno degli aspetti a cui gli italiani prestano maggiore in fatto di sostenibilità. Mentre avere uno stile alimentari green è ua azione di “sostenibilità quotidiana” per il 38%.

Driver fondamentali

In risposta ai bisogni dei consumatori, ma anche come scelta affine ai valori dell’insegna – rilevano dall'Osservatorio - salutismo, risparmio e sostenibilità si configurano come i tre driver che caratterizzeranno maggiormente questo 2025 per le insegne. Ma se i retailer considerano “fondamentale offrire prodotti MDD con caratteristiche healthy e green”, ciò che l’Osservatorio Packaging di Nomisma ha voluto analizzare è stato anche quali siano le caratteristiche distintive di questi prodotti. Ne è emerso che per gli italiani un prodotto alimentare è salutare quando poco processato (46%), senza additivi e coloranti (34%), senza zuccheri aggiunti (34%), con pochi o senza grassi (32%). Per essere invece riconosciuto come sostenibile, deve invece avere un packaging ecologico (46%), essere locale o a km0 (43%) e realizzato con ridotte emissioni di CO2 (42%).
Ma quando un packaging è da ritenersi sostenibile? La risposta: quando completamente riciclabile (51%), senza overpackaging (43%), con materie prime derivanti da fonti rinnovabili (40%) o realizzato con ridotte emissioni di CO2 (35%).

Green Pack

Non di rado, a parità di altre caratteristiche, i consumatori preferiscono acquistare prodotti con green pack. Più di un italiano su cinque è attento alle confezioni da fonti rinnovabili (23%), completamente riciclabili (23%) o senza overpackaging (21%), oltre a porre attenzione a un buon rapporto qualità prezzo (40%), sconti e promozioni (37%), la presenza ridotta di alcuni ingredienti (senza zuccheri aggiunti 36% o con pochi grassi 25%) come pure alle materie prime e ai metodi produttivi (Made in Italy 32%, locale 30%, non eccessivamente processato 24%). In particolare nel caso di prodotti healthy e sostenibili, il green pack riveste un ruolo ancora più cruciale, risultando basilare per il 76% del campione quando si tratta di cibo sostenibile.
Laddove invece l’Osservatorio Packaging del Largo Consumo ha rilevato una resistenza da parte dei consumatori è stata quella ad accettare un surplus di spesa per avere un packaging sostenibile (seppure con eccezioni per i prodotti salutari). In tal senso, sicuramente il tema dei costi del green pack – unitamente alle criticità legate ai prezzi elevati delle materie prime e alla loro reperibilità, insieme all’incertezza normativa – si evidenziano come variabili all'attenzione dei retailer per valutare la propria offerta di prodotti MDD all'interno della strategia di posizionamento dell’insegna sui temi della sostenibilità nel percepito del consumatore.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome