È stata presentata la Prassi di riferimento UNI/PdR 164, un importante documento che segna un passo avanti nell’inclusione sociale attraverso la pubblicità. L’Italia diventa così la prima in Europa e a livello internazionale a normare le modalità universali di accesso alla comunicazione pubblicitaria. La prassi definisce i requisiti per una comunicazione pubblicitaria che sia accessibile a tutte le persone, indipendentemente dalle loro caratteristiche fisiche, cognitive o culturali. La prassi, promossa da UPA (Utenti Pubblicità Associati), UNA (Associazione delle Agenzie di Comunicazione) e FCP (Associazione delle Concessionarie di Pubblicità) e sviluppata con il supporto di esperti, si propone di rendere la pubblicità accessibile in un contesto multicanale, dalla televisione alle piattaforme digitali.
Un impegno concreto per l'inclusività
La UNI/PdR 164 si inserisce in un panorama in cui le aziende sono sempre più consapevoli dell’importanza di comunicare in modo responsabile, rispondendo ai bisogni concreti delle persone. “Il tema dell'inclusione è per me di fondamentale importanza, professionalmente e personalmente, in tutte le sue sfaccettature”, ha dichiarato Marco Travaglia, Presidente di UPA. La prassi definisce i servizi di accessibilità, tra cui sottotitolazione, audiodescrizione, lingua dei segni italiana (LIS), lingua facile e comunicazione aumentativa alternativa (CAA), come strumenti chiave per una comunicazione davvero inclusiva.
Dalla teoria alla pratica: la Pubblicità che Nasce Accessibile
Il documento distingue tra Pubblicità che Nasce Accessibile (PNA) e Pubblicità Resa Accessibile (PRA). Come spiega Emilia Grazia Costa, Project Leader del Tavolo Tecnico UNI, “la UNI PdR 164 è uno strumento unico, il primo codificato e normato da un Ente di Normazione a disposizione della filiera della pubblicità e della comunicazione commerciale”. Questa distinzione, supportata da un approccio metodologico ispirato alla Progettazione Universale, è destinata a rivoluzionare la pubblicità, rendendola accessibile a tutti i consumatori.
Le tecnologie al servizio dell'inclusività
Secondo gli esperti, l'accessibilità nella pubblicità non riguarda solo l'uso corretto degli strumenti, ma anche la loro integrazione in modo creativo ed efficace. “Il sottotitolo nella Pubblicità che Nasce Accessibile riesce a esprimere tutto il potenziale comunicativo del messaggio pubblicitario senza dover scendere a compromessi tra accuratezza e fruibilità”, ha affermato Carlo Eugeni, membro esperto di sottotitolazione e lingua facile. Analogamente, Maria Valero Gisbert, membro esperto di audiodescrizione, ha sottolineato che “quando l'audiodescrizione viene sviluppata per la pubblicità che nasce accessibile rende possibile la creazione di un'immagine mentale in chi ascolta, attraverso un'accurata scelta lessicale, senza dover rinunciare a parte del messaggio pubblicitario per mancanza di spazio”.
Un cambiamento culturale in corso
La creazione di una pubblicità accessibile non si limita all’aspetto tecnico: “Non basta che l'invenzione pubblicitaria utilizzi correttamente i singoli servizi di accessibilità, o li amalgami con equilibrio e armonia -ha affermato Marisa Pavone, membro esperto di pedagogia speciale-.Occorre rispondere anche a un criterio di efficacia creativa”. In questo senso, il contributo delle neuroscienze cognitive risulta fondamentale, come evidenziato da Emiliano Ricciardi, membro esperto di neuroscienze cognitive, che ha osservato come l’analisi neurobiologica dei contenuti pubblicitari possa rivelare aspetti nuovi sui cambiamenti percettivi e cognitivi degli utenti.
Con la UNI/PdR 164, l’Italia si conferma leader in Europa e nel mondo, aprendo la strada a una pubblicità più inclusiva e accessibile, in grado di rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più diversificato.