Proseguire con le politiche di inclusione lavorativa di persone svantaggiate e coinvolgere entro il 2026 almeno 450 dipendenti in attività di volontariato aziendale (in orario di lavoro e dunque retribuito). Questi alcuni degli obiettivi che il Gruppo Nestlé in Italia ha annunciato si voler raggiungere all’interno "del suo più ampio impegno per generare un impatto positivo nelle comunità in cui opera", spiega l'azienda in una nota.
Un impegno riconosciuto anche con il recente conferimento a Nestlé della medaglia di benemerenza “Il tempo della gentilezza” da parte di Croce Rossa Italiana, per il supporto fornito all’Associazione durante l’emergenza Covid-19 attraverso una raccolta fondi e la donazione di prodotti alimentari.
Questo il contesto in cui si colloca la pubblicazione del report “Il nido che condividiamo”, primo studio di impatto sociale di Nestlé realizzato in collaborazione con Luiss Business School e Scs Consulting nasce per misurare l’impatto sociale positivo generato nel nostro Paese in cinque macro-aree: benessere delle persone di Gruppo Nestlé in Italia e delle loro famiglie, supporto alle comunità locali, educazione alimentare, salute e benessere nutrizionale, sicurezza sul lavoro. Dallo studio emerge che, complessivamente, nel 2023 il Gruppo Nestlé in Italia ha destinato oltre 3,5 milioni di euro in progetti e misure a impatto sociale.
Dalle donazioni alimentari all'inclusione di disabili e rifugiati
Sono diverse le iniziative e i progetti di volontariato in vari ambiti che Nestlé sta portando avanti nel nostro Paese attraverso la collaborazione con realtà quali, solo per citarne alcune, Banco Alimentare (+2mila tonnellate di prodotti donati nel 2023), Lilt, Vidas e grazie anche al supporto della "Emotional Community Volontariato", un gruppo di colleghi e colleghe (di genere, età e ruolo spesso molto diversi fra loro) che si riunisce per promuovere e stimolare le persone Nestlé a partecipare a iniziative, aziendali e non, di volontariato. L'impegno per il sociale di Nestlé ha spinto l’azienda anche all’adozione di politiche di inclusione lavorativa di persone con disabilità o rifugiati attraverso percorsi che consentano loro di imparare un mestiere, sviluppare nuove competenze e, allo stesso tempo, agevolare in maniera naturale l’inclusione, nonché un nuovo modo di stare insieme.
“In Nestlé crediamo fermamente che il valore del nostro business non debba essere misurato solo in termini di performance economica, ma anche guardando all’impatto sociale che generiamo sulle comunità in cui siamo presenti. Per questo, ci impegniamo ogni giorno con iniziative concrete che puntano a migliorare la vita delle persone e a spronare i nostri collaboratori a fare la differenza” - ha dichiarato Marco Travaglia, presidente e amministratore delegato di Gruppo Nestlé in Italia – “Siamo convinti che la diversità costituisca un fattore vincente e, pertanto, lavoriamo per garantire pari opportunità a tutti, indipendentemente da genere, etnia, età e creare un ambiente in cui ogni voce venga ascoltata e valorizzata”.