Paola Nicolai: la bellezza e la difficoltà di ritrovar la propria voce

Da sin. il prof. Jubin Abutalebi, Paola Nicolai e Sergio Luciano, direttore di Economy
Paola Nicolai, fondatrice dell'agenzia NIC-Nuove idee di comunicazione, ha presentato il suo nuovo libro nella cornice di VivaVoce Week, patrocinato dal Comune di Milano

Diamo troppo per scontati due fenomeni meravigliosi: il linguaggio e la parola, quest'ultima intesa nell'accezione del parlare come atto fonatorio, dell'elocutio. Chi soffre di afasia sa bene che parlare è quasi un miracolo. I primi tempi dopo l'incidente (fra qualche riga vedremo quale), Paola Nicolai, fondatrice e titolare dell'agenzia NIC-Nuove idee di comunicazione, pensava fra stupore, sconforto e smarrimento: “Una donna muta titolare di un’agenzia di comunicazione è come un pianista senza le mani, quasi un ossimoro”. Lo scrive nel libro autobiografico (Ho ascoltato la mia voce) presentato ieri insieme a Sergio Luciano, direttore di Economy, e al neurologo cognitivo Jubin Abutalebi. La presentazione si è tenuta in occasione di Vivavoce Week, promossa dall’associazione Vivavoce e con il patrocinio del Comune di Milano: cinque giorni di incontri ed eventi per raccontare la materia più recondita e personale che dà espressione e forma ai nostri pensieri, la voce, con l’obiettivo di promuoverne una cultura più consapevole e inclusiva anche e soprattutto in riferimento a patologie come balbuzie, afasia e altre condizioni di difficoltà legate a linguaggio e parola.

Una testimonianza, quella di Paola Nicolai, di sofferenza, rinascita e recupero della parola, a dimostrare che volontà, coraggio e determinazione sono i migliori alleati dell’intervento medico per il miglioramento e a volte (e sottolineo "a volte" e sono assai poche queste volte) la remissione della patologia. Paola Nicolai, colpita nell’ottobre 2021 da un ictus che l’ha resa afasica, compromettendone l’uso del linguaggio e della parola, a tre anni di distanza è ancora alla guida della sua azienda. E non è un paradosso. Con Ugo, il piccolo levriero italiano che l’ha aiutata emotivamente in un percorso di cambiamento obiettivamente complicato, è riuscita a trovare una nuova voce e a raccontare in un libro la sua vicenda.

L'afasia, un problema anche sociale

A causa delle difficoltà comunicative, spesso la persona afasica “scompare”, non interagisce più con i propri cari, non si reinserisce nell'ambiente lavorativo, si esclude o viene esclusa dal proprio ambito sociale e rinuncia di fatto ai propri diritti. Con la sua storia, invece, Paola ha dimostrato che è sempre possibile rinascere anche dalle situazioni più difficili. Il libro, successivamente agli eventi milanesi della Giornata Nazionale dell’Afasia il 19 ottobre e della Vivavoce Week il 22 ottobre, sarà presentato in un book tour che raggiungerà numerose altre città come Roma, Pescara, L’Aquila, Livorno, Pisa, Ancona e Venezia. Parte del ricavato sarà devoluta per sostenere le attività e le iniziative di A.IT.A. (Associazione italiana afasici Lombardia).

La storia e l'Assurdo

Per un giornalista che si occupa di immobiliare commerciale Paola Nicolai e la sua agenzia, NIC-Nuove idee di comunicazione, soprattutto nelle persone di Adele Olivieri e Claudia Celada, sono un punto di riferimento nell’ambito della comunicazione. Ex hostess Alitalia, poi dipendente per dieci anni in un’altra agenzia, nel 2000 la Nicolai fonda NIC (Nuove idee di comunicazione): e subito si specializza in alcuni settori, pochi, ma strategici, come si usa dire: real estate in primis, poi design-architettura, logistica. Grazie alla bravura del team di NIC, Paola ha potuto delegare e proseguire l’attività dopo la catastrofe che l’è piombata addosso tre anni fa. Prima dell’incidente, era, per sua stessa ammissione, la tipica donna milanese, un po' imbruttita, carrierista, super-impegnata sul lavoro, esigente, stressata e tachipsichica come tutti/e i/le career/job addicted. Paola incontra un improvviso muro di cemento nella sua corsa: fra agosto e ottobre 2021, una serie di disgrazie, che solo un Destino carogna e stronzo può concepire, si abbattono su Paola: prima un infarto, poi un ictus che le causa una grave afasia. Per fortuna rimangono intatte le facoltà della comprensione e della memoria.

Da sin. il prof. Jubin Abutalebi, Paola Nicolai e Sergio Luciano, direttore di Economy

Nel mio quotidiano, prima dell’ictus e dell’afasia, nelle mie relazioni professionali -ma anche in quelle personali -la modalità di agire ed esprimermi era veloce; non davo tempo di riflettere né a me stessa né agli altri. Volevo che tutti avessero la mia capacità di reazione, comprensione, visione globale, decisione senza mostrare mai un tentennamento.

Era sostenibile?

Oggi so che non lo era. Era una condizione pesante da sostenere, soprattutto per me, e c’era bisogno di fermarsi in qualche modo.

E ci ha penato la vita, a fermarmi.

Dopo l’ictus, è arrivato un silenzio assordante. Tutto è cambiato. Dentro di me, si è fatta strada la quiete”.

Paola, che si sta riprendendo molto bene, e anzi è diventata anche più carina e simpatica (già lo era), il suo tono di voce è più morbido, quasi esotico, fa ancora un po' fatica ad articolare certe parole. Chi non la conosce le chiede se lei è inglese. Ma ci vuole tempo. E soprattutto calma, virtù di cui Paola, per sua stessa ammissione, difettava alquanto in passato.

Ma questo è anche un libro sulla comunicazione. E su come certe vicende possono far riscoprire alcune qualità fondamentali del comunicare che spesso si perdono nei flussi nevrotici, dispersivi e logorroici del bla-bla quotidiano: l'ascolto, la riflessione, la valorizzazione della sobrietà e dell'essenzialità dei messaggi.

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