Per i giovani le aziende non brillano per inclusività

Secondo un'indagine Swg solo un giovane su tre è soddisfatto del proprio lavoro. La mancanza di inclusività spinge a cambiare lavoro

Il panorama del mercato del lavoro sta attraversando un cambiamento significativo. Le aspirazioni e le preferenze delle nuove generazioni mostrano differenze nette rispetto al passato. Un aspetto chiave di questo cambiamento è la crescente richiesta di ambienti lavorativi che siano più inclusivi e che permettano di mantenere un equilibrio tra vita professionale e vita personale. Questo focus sul benessere complessivo sta diventando sempre più rilevante come numerose ricerche hanno messo in evidenza da qualche anno. Diversi fattori stanno influenzando questa evoluzione delle aspettative professionali e sta emergendo una tendenza chiara: oggi sono i giovani a determinare le aziende per cui vogliono lavorare. Questa selezione si basa su una nuova serie di valori, incentrati sull'inclusione e sul rispetto delle differenze, piuttosto che su aspetti tradizionali come il prestigio o il salario. In questo contesto, le aziende si trovano a dover adattare le loro politiche e pratiche per attrarre e mantenere i talenti più giovani. La necessità di creare un ambiente lavorativo che promuova la diversità e che sostenga il benessere dei dipendenti è diventata una priorità. È evidente che il mercato del lavoro sta subendo una trasformazione e le organizzazioni devono essere pronte a rispondere a queste nuove esigenze.

Una recente ricerca condotta da Swg con Valore D su un campione di giovani tra i 18 e i 35 anni, neet, studenti in procinto di entrare nel mondo del lavoro e lavoratori all’inizio del loro percorso professionale ha ricavato i "9 principi dell’inclusività lavorativa". (Valore D è un'associazione di imprese in Italia che conta 370 associate per un totale di più di due milioni di dipendenti che dal 2009 è impegnata nel costruire un mondo professionale senza discriminazioni, in cui l’uguaglianza di genere e la cultura dell’inclusione supportano l’innovazione, il progresso e la crescita delle organizzazioni e del Paese).

Ma quali sono i 9 principi dell'inclusività lavorativa? La ricerca ha effettuato la segiente sintesi:

  • Apertura al dialogo e al confronto.
  • Valorizzazione.
  • Partecipazione.
  • Disponibilità di luoghi, informazioni, risorse e tecnologie.
  • Supporto allo sviluppo delle competenze.
  • Equità e trasparenza.
  • Sviluppo del benessere individuale e collettivo.
  • Rispetto e protezione delle singole identità.
  • Appartenenza.

Tenendo questi parametri come fattori di indagine, emerge che solo il 35% dei giovani è soddisfatto del proprio lavoro. L'inclusione è fondamentale, ma il 36% ha subito pratiche di scarsa inclusione, portando a essere più propensi a cambiare lavoro rispetto alle generazioni precedenti.
Una percentuale compresa tra il 30% e il 40% indica un notevole ritardo da parte delle aziende nel seguire i principi legati all’inclusività nel lavoro. In particolare, il benessere (42%), il rispetto delle identità (40%), l'accoglienza (40%) e il supporto allo sviluppo delle competenze (40%) sono ambiti in cui si riscontrano lacune significative. Quasi il 50% dei giovani percepisce che il mondo del lavoro non stia avanzando abbastanza nell'implementazione di questi principi, evidenziando l'importanza del dialogo (45%), del rispetto delle identità (44%), dell'accoglienza (43%) e del benessere, sia individuale che collettivo (42%). Solo una piccola percentuale, compresa tra il 13% e il 17%, crede che tali principi siano già ben integrati nei contesti lavorativi. Inoltre, l’indagine rivela che circa la metà dei giovani, quando cerca un nuovo lavoro, tende a preferire le aziende che dimostrano apertura al dialogo, supporto per il benessere e le competenze, equità e rispetto delle diverse identità. Questo cambiamento nei criteri di scelta sembra essere guidato in particolare dalla Generazione Z, che pone un forte accento su questi valori nel loro approccio al lavoro.

L’inclusione per le giovani generazioni è un argomento di grande rilevanza e la sensazione condivisa è che ci sia ancora molto da fare, in particolare in ambito lavorativo considerato come un terreno accidentato, in cui l’inclusione è messa a repentaglio da ostacoli latenti e culturalmente radicati nel sistema, come il paternalismo, la mancanza di equità e meritocrazia, il conflitto tra generazioni”, commenta Cristiana Scelza, Presidente di Valore D.

Per Barbara Falcomer Direttrice Generale di Valore D commenta: "Questo lavoro parte da una domanda cruciale per le nostre aziende: come attrarre i giovani talenti e garantire un ambiente organizzativo stimolante, rispettoso, valorizzante? Le azioni che le aziende mettono in campo sono tante, ma spesso non corrispondono alle reali aspettative. Circa 4 giovani su 10 – soprattutto chi lavora in grandi aziende - segnalano una scarsa applicazione dei principi di inclusività".

Report quantitativo
"Il lavoro inclusivo per
le giovani generazioni". Valore D - SWG. 2024

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome