Le vendite online continuano a crescere a livello mondiale. È quanto emerge dall’ultima ricerca effettuata da Niq e Foxintelligence, attraverso la quale è stato analizzato lo stato dell’eCommerce in Europa nei primi sei mesi del 2024, con focus principalmente su Italia, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Irlanda, Austria, Paesi Bassi e Belgio.
L'andamento mondiale
Rispetto ai tre macro mercati -ci riferiamo a quello europeo, quello americano e quello asiatico- in Europa è stato registrato un +1% di utilizzatori del canale nel corso dei primi sei mesi del 2024, mentre è cresciuta del 4% la frequenza di acquisto online. L’Europa batte, quindi, il mercato americano, che ha registrato una crescita zero per numeri di utenti e del 2% a livello di frequenza. L’India, invece, riesce a battere l’Europa e gli Usa registrando un buon +13%, ma mantenendo un +1% di numero di acquirenti.
eCommerce, le categorie più dinamiche
Analizzando più nel dettaglio le categorie, NIQ e Foxintelligence hanno messo in evidenza quali siano le differenze di acquisto in Europa quando si scelgono beni e servizi, oltre che di scontrino.
In Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, in questi primi sei mesi, dalla classifica stilata da NIQ e Foxintelligence, emerge che il 67% dei consumatori online ha acquistato prodotti della categoria fashion, la quale, però, ha registrato un calo dell’1,4% rispetto allo stesso periodo del 2023, con una frequenza di acquisto di 5 scontrini (-1,4%).
Al secondo posto, con il 56% di penetrazione, troviamo la categoria health & beauty, in crescita di 2,2 punti percentuali rispetto al 2023: gli acquisti sono pari, mediamente, a 4,3 scontrini. Il podio è chiuso dal settore high tech al 55% (-0,6%) e 3,8% in termini di frequenza, anche se con valori in calo del 2,8% rispetto all’anno precedente.
Anche i prodotti di largo consumo e i servizi si stanno facendo spazio nell’eCommerce. L’area food & near food ha registrato una crescita delle vendite online del 2,1%, arrivando a una quota di penetrazione del 54% con 5,6 scontrini emessi. Cresce anche il delivery (ossia il settore delle consegne a domicilio), che con +0,9 punti registra, una penetrazione del 41% e una crescita degli ordini pari l’8,6% (+1,3%).
Cosa succede in Italia
Guardando al Belpaese, nel primo semestre 2024, hanno perso terreno due pionieri del comparto online:
- fashion con una quota pari al 19%;
- high tech (25%).
Cambio di passo per il food, beverage & household che è riuscito a raggiungere il 7% di quota. Nell’insieme, questo complesso segmento è riuscito a registrare una tendenza al rialzo, in linea con quanto accaduto in tutti i Paesi europei, anche se all’estero le perfomance sono migliori/più alte rispetto all’Italia. Se Francia e Regno Unito infatti segnano rispettivamente un tasso (di crescita? Di utilizzo? Di cosa?) del 19% e del 16% evidenziando una situazione maggiormente positiva del comparto food, la Germania mostra una crescita più modesta, attestandosi infatti al 5% per la categoria food, beverage & household.
Eshopper, spesa, frequenza ed età in Europa
Volendo, invece, analizzare la spesa effettuata, nello stesso periodo (primi sei mesi del 2024) nei diversi Paesi europei in testa troviamo la Germania, con 1.125 euro di spesa media online per persona. Segue il Regno Unito. con 997 euro: agli inglesi, però è necessario riconoscere un altro primato, ossia la frequenza di acquisto maggiore, con una media di 22,7 ordini per consumatore contro i 18,2 della Germania e i 14,6 della Francia.
Al terzo posto troviamo la Francia con un budget di spesa pari a 951 euro e 14,6 ordini medi. In Italia la spesa media online si attesta intorno ai 583 euro a persona, quasi la metà rispetto a quella tedesca, con una media di 12 scontrini.
Interessante anche analizzare le generazioni di chi compra online: in testa troviamo i millennial, che nel periodo analizzato hanno spensa 10,91 euro, anche se il numero maggiore di ordini, però, è stato effettuato dalla genX che registra una frequenza di 20,7 scontrini contro i 20,2 dei millennial, ma una spesa media di 993 euro.
I baby boomer si attestano invece in terza posizione, con una spesa media pari a 768 euro per 18,3 ordini. In fondo alla classifica la genZ, con un importo pari a 594 euro ed una frequenza di acquisto di 10,9.
Una recente ricerca internazionale di NIQ denominata “SpendZ” ha messo in evidenza alcuni elementi significativi degli acquisti effettuati da consumatori nati nel 1996, vale a dire quella geni, che, a livello demografico globale, risulta essere la più numerosa e rappresenta il 25% della popolazione mondiale. Complessivamente si tratta di due milioni di individui i cui acquisti generano 900 miliardi di dollari di fatturato pari al 17,1% della spesa globale (57.600 miliardi di dollari).
Si prevede che in futuro, a livello di consumi, questa generazione registrerà in termini di potere di acquisto la crescita maggiore e sarà in grado di superare persino la spesa dei baby boomer. Gli acquisti della gen Z nel 2030 registreranno un valore di 12.600 miliardi di dollari, raggiungendo una quota di spesa globale del 18,7% in contrapposizione al 17,1% dei baby boomer.