Dal Great Resignation al Big Stay: il welfare aziendale, leva di retention

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Si diffonde un nuovo concetto di welfare aziendale che prevede, oltre a benefici economici, servizi innovativi per migliorare significativamente il work-life balance

Il mercato del lavoro sta vivendo una trasformazione significativa: dalla Great Resignation, caratterizzata da un massiccio numero di dimissioni volontarie, si sta ora passando al Big Stay, la scelta dei dipendenti di rimanere più a lungo nelle loro attuali posizioni lavorative. Secondo il 7° Rapporto Censis-Eudaimon, nel 2023 si è registrato un calo delle dimissioni, iniziato con un meno 5,8% nell'ultimo trimestre del 2022 e proseguito con contrazioni variabili nei primi tre trimestri del 2023. Il 67% di chi si è dimesso in maniera volontaria nel 2022 sotto i 60 anni ha trovato un nuovo lavoro entro tre mesi, un dato superiore agli anni precedenti. Questo suggerisce che molte dimissioni siano state motivate dalla ricerca di condizioni lavorative e benefit migliori.

Il Big Stay si consolida anche a livello internazionale

Questo trend discendente, che allontana la paura di una nuova ondata di dimissioni di massa, è visibile anche a livello internazionale. Negli Stati Uniti, un sondaggio di Human Resource Online rivela che quasi l'80% dei dipendenti non ha intenzione di cambiare posizione almeno fino al 2025, attratti da un lavoro interessante (40,9%), stabilità finanziaria (38,4%) e un management apprezzato (30,4%). Questo trend non solo coinvolge i dipendenti, ma anche i datori di lavoro; secondo il portale inglese People Management, oltre il 55% dei datori di lavoro intende mantenere stabile il proprio organico e ridurre il turnover.

Il ruolo del welfare aziendale nella retention dei dipendenti

Una delle leve principali che sta favorendo questa stabilità è il welfare aziendale. Alberto Perfumo, CEO di Eudaimon afferma: “Per anni il welfare aziendale è stata prerogativa di innovatori in ambito sociale e di organizzazioni complesse; oggi la conoscenza e l’utilizzo di strumenti di welfare sono sempre più diffusi e apprezzati dalle imprese e dalle loro persone.” Questo cambiamento culturale ha permesso al welfare di diventare una leva fondamentale per la retention. I servizi offerti, come attività di svago, programmi di people caring e assistenza sanitaria, rispondono ai bisogni dei dipendenti oltre l’aspetto salariale.

Il benessere chiave per evitare una Great Exhaustion

Il rallentamento delle dimissioni non è privo di sfide. Come sottolinea Perfumo, “la minor centralità del lavoro rispetto alle altre priorità può portare ad avere persone che rimangono in azienda senza le giuste motivazioni.” Il rischio è quello di passare dalla Great Resignation alla Great Exhaustion, con lavoratori meno coinvolti e motivati. Tuttavia, svecchiare il welfare aziendale può mitigare questo rischio offrendo un equilibrio tra vita lavorativa e privata. Le aziende innovative stanno investendo in piattaforme di benefit e in iniziative di prevenzione, con l’obiettivo di migliorare il work-life balance dei dipendenti.

Inoltre, dalla recente ricerca Censis-Eudaimon, emerge che il 72,4% dei lavoratori apprezzerebbe un consulente di welfare per rispondere alle proprie necessità personali e familiari. Questo dato riflette l'importanza crescente del benessere all'interno delle dinamiche lavorative. Le aziende che riconoscono e investono in questa area non solo riducono il turnover, ma creano un ambiente di lavoro più soddisfacente e produttivo. Il trend del Big Stay, quindi, non rappresenta solo una tendenza temporanea, ma un segnale di cambiamento profondo della società, che mira a una maggiore attenzione alle esigenze dei lavoratori.

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