FederBio: biologico tra crescita dei consumi e crisi climatica

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Il biologico cresce in Italia, lo dice il rapporto "Bio in cifre 2024" di Sinab. I dati e il commento sul mercato del biologico di FederBio.

Il biologico cresce in Italia, sia nelle superfici coltivate che nei consumi: lo dice il rapporto "Bio in cifre 2024" di Sinab (Sistema di informazione nazionale sull'agricoltura biologica) con dati Ismea. I dati e il commento sul mercato del biologico di Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio.

I Dati sul biologico letti da FederBio

Sono cresciute nel 2023 le superfici agricole coltivate con metodo biologico: +4,5% rispetto al 2022 per arrivare a 2,46 milioni di ettari in Italia, +106 mila ettari. Si tratta di una percentuale pari a quasi il 20% della superficie agricola nostrana, con l'obiettivo del 25% entro il 2027 sempre più vicino.

L'Italia è dunque tra i paesi più biologici d'Europa con una superficie coltivata circa doppia rispetto alla media europea.

Gli operatori del settore biologico sono 94.441 (in crescita del +1,8% rispetto al 2022) di cui 84.191 sono aziende agricole bio (+1,9% sul 2022).

Le vendite di alimenti biologici nel 2023 sono cresciute del +5,2% a valore, pari a 3,8 miliardi di euro di fatturato complessivo. Meno vivaci le vendite a volume, probabilmente a causa dell'impatto dell'inflazione e di un mercato che FederBio definisce caratterizzato da instabilità e volatilità.

"Per imprimere una spinta propulsiva al settore occorre agire su diversi fattori - commenta la presidente di FederBio - semplificazione burocratica, ricerca, innovazione, formazione e assistenza tecnica, organizzazione della filiera con l’obiettivo del 'giusto prezzo' attraverso la rapida attuazione del Piano d’Azione nazionale per il bio e delle misure del Piano Strategico italiano della Pac. Per sostenere una crescita sana del biologico, l’incremento della produzione nazionale deve essere supportato da un’equivalente crescita dei consumi interni".

Come sostenere i consumi di biologico in Italia?

Il suggerimento di FederBio per sostenere i consumi bio va nella direzione della stimolazione della domanda. Da una partem sensibilizzando i cittadini sulle ricadute positive del consumo di prodotti bio, per l'economia, la salute e l'ambiente. Dall'altro lato, sostenendo le aziende semplificando le procedure e alleggerendo i costi per le certificazioni. Costi che in Italia impattano soprattutto sulle Pmi del biologico, le prime ad aver intrapreso questa strada.

L'altro pilastro per sostenere il bio consiste nel valorizzare i territori e il legame tra le aziende e i  consumatori locali, soprattutto nelle aree interne e rurali.

Tra i rischi da affrontare c'è quello dei cambiamenti climatici, che mettono a rischio anche le coltivazioni bio intaccandone la produttività e mettendo in crisi la stabilità degli ecosistemi.

“La crisi climatica ha un impatto su tutta l’agricoltura determinando una riduzione della produzione e, anche se il biologico è il modello agricolo più resiliente alle emergenze climatiche – continua la presidente di FederBio – considero necessario puntare su formazione e assistenza tecnica a supporto degli agricoltori e investire su innovazione e ricerca per l’agroecologia per disporre di strumenti di contrasto sempre più efficaci in grado di arginare gli effetti climatici, ripristinare gli habitat degradati, incrementando contemporaneamente la biodiversità e la fertilità del suolo".

Per gli operatori è importante fare rete, attraverso i distretti biologici sia territoriali che lungo l'intera filiera, per far sì che i prodotti bio siano sempre più disponibili anche nei circuiti di ristorazione collettiva.

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