Ai Act, Dsa e Dma: la sfida epocale del digitale europeo

A Roma l’evento "Commercio digitale: trasformare la complessità in opportunità per imprese e consumatori" Centrale la sfide per le pmi imposta dal Dsa, Dma e Ai Act
Dsa, Dma e Ai Act: sfide complesse per pmi e gatekeeper. Unificare le leggi e innovare sono elementi cruciali per non perdere altra competitività

Le normative attuali sono impegnative, soprattutto per le piccole e medie imprese: nell’attuazione reale, Digital Services Act, Digital Markets Act e anche Artificial Intelligence Act richiederanno molta attenzione da parte delle pubbliche amministrazioni, compresa quella Ue. A Roma, il 9 luglio, l’evento Commercio digitale: trasformare la complessità in opportunità per imprese e consumatori. ha avuto come temi centrali le sfide per le pmi imposte dal Dsa, Dma e Ai Act.

L’eCommerce cresce ma non per tutti

In Italia, l'eCommerce cresce a ritmo sostenuto ma con una particolarità rispetto a molti altri Paesi: la crescita riguarda quasi esclusivamente le aziende nate digitali mentre quelle tradizionali arrancano. Per comprendere meglio la situazione, Roberto Liscia, presidente di Netcomm, ha presentato un’indagine fatta sul nostro territorio nella quale la prima italiana di eCommerce è appena al nono posto. Forse l’elemento più rilevante per la regolamentazione del nostro marketplace è quello riguardante “il reddito pro capite dell'Europa”, che “è oggi il 60% di quello degli Stati Uniti -illustra Fabrizio Spada, responsabile relazioni istituzionali del Parlamento europeo in Italia-, mentre all'inizio del mercato comune era simile… la variazione è troppo ampia anche se consideriamo l'entrata in Unione di Paesi a più basso reddito”. In attesa di iniziative a livello europeo, in Italia la pluridecennale mancanza di strategia nazionale si fa sentire pesantemente: non si lavora a livello di sistema e si è smesso di farlo per il futuro. Ora ci confrontiamo con la tecnologiache fa la differenza tra commercio vecchio e nuovo. “Abbiamo già visto questa realtà nell'avvento dei centri commerciali sui negozi -dice Gianluca Cantalamessa, commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato- e ora lo vediamo per i negozi online sui negozi fisici serve visione, una qualità che non porta più fatturato politico, cioè voti, quindi non la si mette in campo; l'eCommerce è solo uno degli aspetti della digitalizzazione e con essa dell'internazionalizzazione alla quale non ci mostriamo particolarmente sensibili”. Va detto che a livello complessivo e senza confronti particolari, in Italia l'eCommerce sta crescendo rapidamente.

Farmacie all’antica, fresco dinamico
Immagine generata dall'intelligenza artificiale di Copilot

Tra i settori di dinamica rilevante troviamo i prodotti medicali e gli alimenti freschi. Doctor Shop, negozio di presidi per i medici, dopo l’Italia ha visto un'espansione in Portogallo, Spagna e Francia. Per rispondere alle sfide normative, l'azienda ha usato l’Ai per due punti principali: migliorare la ricerca di prodotti e semplificare la partecipazione ai bandi di gara. “Per avere efficienza nel mercato -ha detto Davide Muci, Ceo & Co-founder di Doctor Shop- è necessaria l’unificazione normativa a livello europeo”. “La farmaceutica è arretrata rispetto alla digitalizzazione -gli fa eco Umberto Gallo, Ad di Farmacie Italiane- dove la specifica sensibilità dei dati medici rende difficile integrare l'intelligenza artificiale”. La situazione è interessante anche nei supermercati e nel mercato dei prodotti freschi. Molto interessanti sono i numeri presentati da Cortilia, distributore solo online di prodotti freschi, con un focus su italiani e locali. “I supermercati online stanno crescendo mediamente del 3% mentre noi del 15% -dice Andrea Colombo, ceo di Cortilia- grazie alla nostra proposta di fresco consegnato in quattro ore”. Sull’app per i clienti una profilazione permette di ottimizzare partendo dagli ordini ripetitivi, e l’invenduto viene proposto a condizioni vantaggiose prima di finire sul banco alimentare.

Attenzione all’enforcement

Le nuove norme del Dsa, Dma e Ai Act richiedono l‘attenzione dei sei gatekeeper (Alphabet -ovvero Google-, Amazon, Apple, ByteDance, Meta e Microsoft) individuati dalla Commissione. La normativa del Dma è in vigore dal 6 marzo e Google ha già dovuto fare diverse modifiche alle versioni distribuite in Europa, per esempio tra i dettagli di ricerca e Maps. “I clienti si sono mostrati insoddisfatti sia della mancanza dei dettagli diretti sulla ricerca sia del collegamento delle mappe nel motore di ricerca -racconta Andrea Stazi, regulatory affairs lead South Europe in Google- per i consumatori, il trend delle norme non è sempre lineare né percepibile: nel nostro caso, gli hotel hanno visto aumentare del 30% le commissioni alle piattaforme intermedie mentre i click diretti sui loro siti sono diminuiti del 30%”. Per Google, il dialogo migliore sembra essere il multi-stakeholder “Prima dell'enforcement bisognerà fermarsi per capire bene come applicare le nuove norme, perché il rischio di commettere errori è grande”, fa eco Matteo Realini, responsabile relazioni istituzionali per l'Italia di Booking.com, una piattaforma molto ampia non compresa tra i gatekeeper. Il rischio paventato è che nelle prime fasi si elevino multe salatissime secondo interpretazioni normative che successivamente verranno ammorbidite dalla prassi. Certamente, l’iter applicativo di Dsa, Dma e Ai Act si prospetta tra i più tortuosi nella storia dell’Unione. Dal Dma all’Ai Act il passo è breve. "L'intelligenza artificiale è il core business di Meta, noi la facciamo da oltre 15 anni -ricorda Costanza Andreini, public policy manager di Meta-. Noi ascoltiamo i normatori e speriamo che i normatori ascoltino noi”. Probabilmente il riferimento è all’attuale discussione con l'Unione europea per quanto riguarda il suo modello pay or consent, che alla luce delle nuove norme non è stato accettato dall'Unione in prima istanza, mentre è in corso un dialogo tra le parti. Dal punto di vista tecnico, Meta sta integrando un suo Llm con i social e una visione artificiale open source, tutti strumenti che permettono alle pmi di entrare più facilmente nel mercato innovativo. “Servono norme più uniformi da Paese a Paese, perché la frammentazione mette a rischio l’intero mercato comune-osserva Matteo Bassi, head of economic policy & regulation in Amazon- gli investimenti in tecnologia funzionano, ma devono essere su scala paneuropea”. In Europa, il gatekeeper ospita 125.000 aziende e il 60% dei prodotti sul marketplace viene proprio dalle pmi.

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