La pubblicità è motore dell’economia italiana

Quest’anno il settore prevede una crescita del 4% superando i 10 miliardi di euro. Sassoli de Bianchi, presidente Upa, ha sottolineato l’importanza della pubblicità responsabile e innovativa

La pubblicità non è solo uno strumento di marketing, ma un vero e proprio motore economico. Genera adrenalina nell'economia, anticipa le tendenze e stimola investimenti per oltre trecento miliardi di euro, pari al 20% del pil italiano. Questi dati sono stati sottolineati da Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente di Upa - Utenti Pubblicità Associati, nella sua relazione di fine mandato dopo 17 anni di servizio. Ha evidenziato il valore intrinseco della pubblicità per l'intero settore produttivo italiano, ricordando che senza investimenti adeguati, qualsiasi buona idea di prodotto o servizio faticherebbe a decollare.

Nel 2024 è prevista una crescita del mercato pubblicitario, con una chiusura superiore al 4%, rispetto l’anno precedente, superando i 10 miliardi di euro. Questo volume di investimenti è fondamentale per sostenere il settore dei media, promuovendo il pluralismo e l'innovazione. La pubblicità è anche un settore che abbraccia la responsabilità. Gli investitori, le agenzie e gli editori aderiscono alle regole dell'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, garantendo così una comunicazione rispettosa dei generi, delle religioni e delle idee politiche. Questa responsabilità è fondamentale anche nel mondo digitale, come dimostrato da Google. "Un'industria che sa autodisciplinarsi per proteggere le persone è motivo di orgoglio," ha ricordato Sassoli.

Viviamo in un'era digitale e crossmediale, con oltre 20 milioni di smart tv e 120 milioni di schermi nelle famiglie italiane. Gli investitori pubblicitari cercano la migliore pianificazione possibile, individuando il messaggio giusto nel mezzo appropriato e nel momento più propizio. La "total campaign" è l'obiettivo vitale, e si promuoverà con UNA, l’associazione delle agenzie, e FCP, l’associazione delle concessionarie, l'obbligatorietà di codificare in modo univoco e misurabile i video pubblicitari. Sassoli ha citato la rivoluzione copernicana dell'I-life e dell'intelligenza artificiale, sottolineando l'importanza di coniugare metodo e creatività per far emergere i marchi dalla confusione, utilizzando concetti semplici e rilevanti nella vita delle persone.

Per il futuro della pubblicità, Sassoli ha indicato tre priorità:

  1. Abbracciare tutte le dimensioni dell'innovazione: dai nuovi device alle reti domestiche, dagli smartphone ai mondi del gaming, dell’eCommerce, del retail media e dell’intelligenza artificiale;
  2. Apprendere dalla relazione con l'utente: comprendere la nuova dimensione individuale e sociale del consumatore, permeata dalla universalità di Google, dalla pervasività di Instagram e TikTok, e dalla promessa di I-life di Apple;
  3. Nuovi modelli di intrattenimento: riconoscere che app, video e software sono la continuazione della battaglia dei contenuti con altri mezzi e che solo attraverso nuovi modelli di intrattenimento si potrà competere nel nuovo scenario digitale.

La pubblicità, quindi, non è solo una questione di vendere prodotti, ma di costruire un mondo più informato, responsabile e innovativo.

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