Crescita moderata solo per i saldi estivi. Emerge dall'analisi semestrale del Centro studi Confimprese sui saldi estivi e invernali. Per i primi prevede un incremento dell’1% in linea con le aspettative dell'anno. Ma il 40% del campione si aspetta cali compresi tra lo 0 e il -10%. Nelle rilevazioni, oltre ad abbigliamento-accessori, su cui si concentrano i consumatori duranti i saldi, sono comprese anche merceologie varie che beneficiano dei flussi creati dai saldi.
I saldi estivi partono in tutte le regioni il 6 luglio, tranne in Trentino Alto Adige che ha optato per una regolamentazione differente, che prevede per la provincia di Bolzano la partenza dal 19 luglio al 16 agosto, anche se nei comuni turistici avranno durata diversa dal 17 agosto al 14 settembre. La provincia di Trento ha deciso, invece, per vendite favorevoli con una comunicazione preventiva di 15 giorni per una durata massima di 60 giorni e un’interruzione tra l’una e l'altra di 30 giorni.
Le aspettative del settore retail, dunque, non sono confortanti e mostrano un atteggiamento di tiepida attesa per l’avvio dei saldi, anche alla luce dell’andamento dei consumi, che nel progressivo anno gennaio-maggio 2024 ha registrato un calo (-0,8%) sullo stesso periodo 2023. Si conferma, dunque, il trend di debolezza dei consumi registrato da inizio anno. L’analisi Confimprese evidenzia un clima di incertezza da parte delle aziende associate unito al ridotto potere di acquisto dei consumatori che continua a orientare scelte di riduzione degli atti di acquisto e degli scontrini medi tramite la ricerca della convenienza.
"Siamo soddisfatti che quest’anno i saldi in tutta Italia partano lo stesso giorno, tranne il Trentino Alto Adige –riflette Mario Resca, presidente Confimprese –. Permangono, tuttavia, molte perplessità sull’impianto normativo che regola il commercio e ribadiamo con forza la necessità di riequilibrare il mercato tra on e offline. Il mondo del commercio, però, è profondamente cambiato e la riforma del settore è urgente, non è pensabile richiamare e adottare decreti del 1998 o 2001 per le vendite online, quando tale canale era sconosciuto ai più. Non solo ma, a causa dell’autonomia normativa delle regioni in materia di commercio, l’Italia applica in modo non uniforme la disciplina dei saldi: ad esempio, non si comprende per quale ragione la durata dei saldi può risultare diversa tra regioni limitrofe, creando irragionevoli disparità nelle dinamiche di vendita".
Con il recepimento della Direttiva Europea Omnibus che tutela il consumatore, non ha più senso porre divieti alle vendite promozionali antecedenti i saldi. Alcune regioni come Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte, Basilicata vietano le vendite promozionali nei 30 giorni antecedenti i saldi, mentre altre, come Puglia e Calabria, si limitano a 15 giorni, quando Campania, Liguria e Sardegna arrivano fino a 40 giorni.
"E i saldi online sulla base di quale disciplina - europea, nazionale o regionale - devono essere disciplinati? -si domanda Resca- sulla normativa regionale dove ha sede la società, come paiono ritenere alcune regioni? Questa confusione e disparità non può che disorientare il consumatore a danno del settore".
Quanto ai canali di vendita si stima una parità di afflussi tra centri commerciali e vie dello shopping cittadino con il 46% ciascuno. Il canale con minori attese di crescita è quello degli outlet indicati solo dal 9% dei rispondenti quale primo canale di destinazione. Nei centri abitati due terzi dei retailer indicano le vie dello shopping come prioritarie e più performanti, mentre un terzo sceglierà i negozi di prossimità.
Le aree geografiche con le previsioni migliori sono il Nord-ovest indicato dal 46% delle aziende e il Centro dal 33%.